Mafia: ragazzo ucciso per errore, condannati due pentiti

 
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GELA. Due collaboratori di giustizia, Carmelo Massimo Billizzi di 41anni e Gianluca Gammino di 37 anni, affiliati al clan Madonia di Gela, sono stati condannati rispettivamente a 19 e a 18 anni di reclusione perchè accusati dell’omicidio del 16enne Fortunato Belladonna, ucciso a Gela il 14 luglio del 1998.

La sentenza è stata emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta, presieduta dal giudice Salvatore Cardinale che ha accolto le richieste del pg Antonino Patti. Il giovane venne ammazzato per punizione. Cosa nostra riteneva che il ragazzino fosse coinvolto nell’assassinio di un commerciante, Orazio Sciascio.

Belladonna venne condotto in un canneto, nei pressi del lungomare di Gela, fu torturato, interrogato e poi strangolato con una cordicella. Il colpo di grazia gli venne dato con un panno di daino che gli fu infilato nella bocca. Il corpo del ragazzino venne ritrovato semi carbonizzato, quasi irriconoscibile, solo l’11 agosto di quello stesso anno durante un incendio che si era propagato proprio in quel canneto.

Solo dopo la sua uccisione, Cosa nostra scoprì che il ragazzino con l’omicidio del commerciante non c’entrava niente. Era stato ammazzato per errore.

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