Malattie e mancati controlli, una decina di famiglie contro Eni: citato il Comune che si costituisce

 
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Gela. Hanno deciso di citare in giudizio non solo il gruppo Eni, con le diverse società controllate presenti in città, ma anche il Consiglio dei ministri, il Ministero dell’ambiente, l’assessorato al territorio, l’ex provincia di Caltanissetta, la Regione e il Comune.
Il ricorso contro gli enti di controllo. Sono in totale una decina le famiglie che hanno scelto di rivolgersi ai giudici civili del tribunale di Caltanissetta con l’obiettivo di ottenere un maxi risarcimento, non solo per gravi patologie contratte e, addirittura, malformazioni, ma anche per aver dovuto piangere morti o per aver sopportato il rischio di consumare alimenti contaminati. Un nuovo filone giudiziario che scatterà ad inizio maggio. E’ stato l’avvocato Emanuele Maganuco, nell’interesse delle famiglie colpite, a depositare ricorsi e documentazione. Davanti a questa mossa, il Comune, chiamato a sua volta a rispondere, ha già provveduto alla nomina di un legale. Si tratta dell’avvocato Mario Cosenza, già nominato in occasione dell’avvio del procedimento civile con il quale, decine di famiglie e semplici cittadini, hanno chiesto un provvedimento d’urgenza per lo stop a tutte le attività del gruppo Eni in città. In questo caso, l’azione è stata avviata, nell’interesse dei propri rappresentati, dagli avvocati Luigi Fontanella, Giuseppe Fontanella e Laura Vassallo. Nel ricorso, invece, che si appresta ad essere valuto dai giudici del tribunale di Caltanissetta, il legale delle famiglie mira soprattutto a far emergere la presunta responsabilità anche di quelle autorità che, almeno sulla carta, si sarebbero dovute occupare della prevenzione e della tutela ambientale. Così, nel calderone sono finiti pure l’Arpa Sicilia, il Dipartimento della protezione civile e l’Ispra. In sostanza, non avrebbero svolto in maniera efficiente le funzioni delegate. Intanto, l’amministrazione comunale, tirata in ballo, ha anzitutto scelto di costituirsi per rispondere al ricorso ma, a questo punto, non è da escludere, come già capitato nel corso del procedimento d’urgenza per lo stop delle attività di Eni, che possa appoggiare le richieste avanzate dal legale delle famiglie.

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