Martines ucciso a pochi passi dal tribunale, Angelo Meroni condannato a vent’anni in appello

 
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Gela. I giudici della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta lo hanno ritenuto responsabile dell’omicidio del trentottenne Francesco Martines.

Condannato a vent’anni. Così, è scattata la condanna a vent’anni di detenzione per il cinquantenne Angelo Meroni. Un verdetto più pesante rispetto a quello pronunciato in primo grado, nel luglio di un anno fa, dal giudice dell’udienza preliminare Fabrizio Molinari che dispose la condanna a sedici anni. I giudici di secondo grado, infatti, lo hanno ritenuto responsabile non solo dell’omicidio ma anche del tentato omicidio di due familiari della vittima, del porto di arma clandestina e di ricettazione: accuse, invece, cadute davanti al gup. Martines venne raggiunto da colpi di pistola mentre si trovava a bordo dell’automobile dello stesso Meroni. Il trentottenne lo riteneva autore di un furto all’interno del cantiere dell’azienda edile di famiglia, intanto avviato nei pressi del cimitero Farello. Per questa ragione, avrebbe deciso d’incontrarlo. A bordo della vettura, c’era anche un minorenne, figlio della convivente di Angelo Meroni.

I dubbi sollevati dalla difesa. La difesa, sostenuta in aula dall’avvocato Davide Limoncello, ha sempre messo in dubbio la dinamica dei fatti. Non sarebbe stato Meroni a sparare. Per questa ragione, anche in appello, i riflettori sono stati accesi intorno alla polvere da sparo concentrata soprattutto sul lato posteriore della vettura e sulle intercettazioni ambientali successive all’arresto dell’imputato e del minorenne. Il corpo di Martines, poche ore dopo gli spari di via Dell’Acropoli, venne ritrovato in un’area rurale di contrada Spinasanta. Proprio l’avvocato Limoncello non ha mai escluso che a sparare possa essere stato il minorenne e che Meroni abbia voluto coprirlo. Tutto questo, nel tentativo di evitare una possibile reazione della vittima. I giudici della Corte d’assise d’appello nissena, in sostanza, hanno accolto il ricorso presentato dal procuratore generale che riteneva fin troppo lieve la condanna di primo grado. I familiari della vittima, invece, si sono costituiti parte civile con l’avvocato Flavio Sinatra. Già in primo grado, il gup gli aveva riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni patiti. Proprio la parte civile ha sempre sostenuto che a sparare sia stato Angelo Meroni e che la pistola fosse stata rivolta anche in direzione di due familiari di Martines, intanto intervenuti in via Dell’Acropoli. Davanti al verdetto, la difesa del cinquantenne è già pronta al ricorso in cassazione. 

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