Maxi inchiesta antimafia “Tetragona”, Cassazione respinge ricorsi: confermate condanne

 
0

Gela. Coinvolti nella maxi inchiesta antimafia “Tetragona”, per loro le sentenze di condanna sono diventate definitive. I giudici della Corte di Cassazione non hanno accolto i ricorsi presentati dalle difese di Salvatore Burgio, Alessandro Farruggia, Armando D’Arma, Giuseppe Piscopo ed Emanuele Monachella. Solo nel caso di Monachella, difeso dall’avvocato Giacomo Ventura, è stato disposto l’annullamento sull’eventuale continuazione, ma per il resto la decisione della Corte d’appello di Caltanissetta è stata confermata. La procura generale ha concluso per il no ai ricorsi degli imputati, che invece chiedevano di rivedere le decisioni di secondo grado, con l’eventuale annullamento. L’inchiesta antimafia “Tetragona” permise agli investigatori di ricostruire le dinamiche interne al gruppo di Cosa nostra, in grado di operare anche fuori dai confini siciliani.

Al termine del giudizio di secondo grado, i magistrati nisseni imposero nove anni a Giuseppe Piscopo, in continuazione con una precedente sentenza, accusato di aver sottoposto ad estorsione i titolari di due supermercati a Caposoprano e Scavone; cinque anni e otto mesi di reclusione ad Armando D’Arma (in primo grado alla condanna a tre anni e sei mesi si aggiunse quella a otto anni e sei mesi), con l’esclusione dell’aggravante del metodo mafioso per uno dei capi di imputazione; tre anni e otto mesi ad Alessandro Farruggia (a fronte dei quattro anni e quattro mesi di primo grado), ritenuto coinvolto nella tentata estorsione ai danni del gruppo imprenditoriale gestito dai fratelli Brigadieci; tre anni e sei mesi ad Emanuele Monachella (in primo grado alla condanna a tre anni e sei mesi si aggiunse quella a dieci anni e sei mesi), già accusato di far parte del clan di Cosa nostra, attivo soprattutto a Genova, e dell’estorsione all’imprenditore edile Emanuele Mondello; nove anni di detenzione a Salvatore Burgio. Le difese hanno avanzato i rispettivi ricorsi, nel tentativo di ottenere una decisione favorevole dai giudici di legittimità. La Cassazione ha respinto le loro richieste. Tra i difensori, ci sono gli avvocati Flavio Sinatra, Antonio Gagliano, Cristina Alfieri e Boris Pastorello. Nei precedenti gradi di giudizio, fu riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, comprese le vittime delle estorsioni ricostruite dagli inquirenti. Si tratta dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano” e della Fai, dell’imprenditore Emanuele Mondello (con il legale Vittorio Giardino), dei titolari di due supermercati, Nunzio Di Pietro e Cristoforo Infurna, di Confindustria Caltanissetta e di Orazio Brigadieci e Claudio Brigadieci.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here