La maxi inchiesta “Tetragona”, in appello verso le conclusioni della procura generale

 
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Gela. Dopo le richieste dei difensori degli imputati, in aula, davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, è stato nuovamente sentito l’imprenditore Emanuele Mondello, che per gli investigatori avrebbe subito le richieste estorsive dei clan locali, nel corso di diversi anni. Un esame legato alla riapertura dell’istruttoria dibattimentale, ottenuta proprio dalle difese. A giudizio, ci sono i presunti esponenti del gruppo Emmanuello, che avrebbero avuto la capacità di gestire gli affari della famiglia anche nel Nord Italia. Vennero tutti coinvolti nel maxi blitz “Tetragona”. In primo grado, arrivarono cinque assoluzioni pronunciate dal collegio penale del tribunale di Gela. Per due collaboratori di giustizia, Rosario Trubia e Nunzio Licata, venne pronunciato il “non doversi procedere” a seguito dell’estinzione dei reati contestati. L’assoluzione fu decisa per Pietro Caielli, Claudio Conti e Sebastiano Pelle. Le condanne più pesanti, invece, furono pronunciate per Emanuele Monachella, Armando D’Arma, Salvatore Burgio e Aldo Pione. A Monachella, venne riconosciuta l’appartenenza al clan di cosa nostra, attivo soprattutto a Genova, oltre alle presunte estorsioni ai danni dell’imprenditore edile Emanuele Mondello. Così, alla condanna a 3 anni e 6 mesi si aggiunse quella a 10 anni e 6 mesi. Per Armando D’Arma, il collegio pronunciò la condanna a 3 anni e 6 mesi e quella a 8 anni e 6 mesi. Stando ai magistrati della Dda avrebbe preso parte al giro d’estorsioni controllato dai clan locali. L’appartenenza a cosa nostra venne riconosciuta all’anziano geometra Salvatore Burgio. Il professionista fu condannato a 9 anni di reclusione. 9 anni sono stati inferti anche ad Aldo Pione. I magistrati lo ritennero il collegamento strategico tra la provincia di Varese e il boss Gino Rinzivillo che faceva base a Roma. 8 anni e 6 mesi di reclusione per l’ex ambulante Giuseppe Piscopo, accusato di aver sottoposto ad estorsione i titolari di due supermercati a Caposoprano e Scavone. 3 anni, ancora, per Nunzio Cascino; 2 anni e 6 mesi per il collaboratore di giustizia Fortunato Ferracane; 3 anni e 6 mesi, a testa, per Angelo Greco e Giuseppe Truculento; 1 anno e 6 mesi per l’altro collaboratore Orazio Marcello Sultano; 4 anni e 4 mesi di reclusione, infine, per Alessandro Farruggia, ritenuto coinvolto nella tentata estorsione ai danni del gruppo imprenditoriale gestito dai fratelli Brigadieci. Pronunce assolutorie arrivarono per gli stessi condannati ma rispetto ad altri capi d’imputazione. Nella maggior parte dei casi, venne riconosciuta la continuazione con precedenti sentenze di condanna.

L’inchiesta “Tetragona”. In aula, si tornerà il mese prossimo e la procura generale formulerà le proprie conclusioni. Tra le parti civili costituite, il Comune, Confindustria provinciale, la federazione antiracket nazionale, l’associazione “Gaetano Giordano”, con l’avvocato Giuseppe Panebianco, proprio l’imprenditore Emanuele Mondello e i titolari di due supermercati presi di mira. Nel pool di difesa, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Antonio Gagliano, Cristina Alfieri, Francesco Enia e Boris Pastorello.

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