“Meno pubblicità e più bonifiche”, i Verdi contro Eni: ritorna in ballo il caso Gela

 
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Gela. Troppe pagine pubblicitarie per allontanare i sospetti di eventuali inefficienze ma pochi interveti di bonifica.

Le pagine sui quotidiani nazionali. Così, i vertici nazionali dei Verdi attaccano il gruppo Eni che, nelle ultime ore, ha pubblicato diverse comunicazioni aziendali sulle pagine dei principali quotidiani nazionali. I Verdi citano il caso Gela e non solo. ““Con intere pagine a pagamento su tutti i quotidiani nazionali di oggi, Eni comunica agli italiani che ‘chi ci conosce davvero sa che salute, sicurezza e ambiente sono la nostra priorità assoluta’ – spiega Angelo Bonelli dell’esecutivo nazionale dei Verdi – e la pubblicità Eni continua così ‘solo tra il 2009 e il 2015 abbiamo investito 6,1 miliardi di euro in salute, ambiente, sicurezza e bonifiche’. Voglio ricordare non solo ad Eni, ma anche agli italiani considerato che non abbiamo oltre un milione di euro cheEni negli ultimi anni è stata condannata dai tribunali della repubblica italiana per inquinamento e a pagare risarcimenti per danni ambientali e che su di lei sono in corso diverse inchieste giudiziarie”.

Il caso Gela. Angelo Bonelli, quindi, cita i casi principali. ““Eni ha vertenze – spiega ancora – sulle bonifiche nei siti di Porto Torres, Priolo, Napoli Orientale, Brindisi, Pieve Vergonte, Cengio, Crotone, Mantova e Gela.A Gela per la prima volta una perizia medica del tribunale ha messo in relazione le malformazioni dei bambini, che alcune statistiche indicano tra le più alte del mondo, con l’inquinamento ambientale provocato dalla raffineria dell’azienda di stato controllata dal Ministero dell’economia”. Per queste ragioni, i Verdi chiedono ad Eni di spendere meno in pubblicità e di premere sul tasto delle bonifiche.

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