Messinese fa un altro passo indietro…dopo lo statuto della Ghelas ritira pure il Pef sui rifiuti

 
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Gela. “Ritiro l’atto”. Dopo lo statuto della Ghelas, il sindaco Domenico Messinese concede il bis, ritirando anche il piano economico finanziario sul servizio rifiuti. Al culmine di settimane di scontri politici, con gran parte dell’assise civica contraria agli aumenti della Tari, l’amministrazione comunale fa un passo indietro, il solito. Il termine perentorio del 31 marzo, quello da rispettare per portarsi a casa il pef, è scaduto e, di conseguenza, l’eventuale approvazione avrebbe consentito effetti solo dall’1 gennaio 2019, come indicato in aula dal segretario generale Salvatore Pignatello. Che la delibera fosse oramai fuori termine, l’ha ammesso pure il vicesindaco Simone Siciliano, in aula ad esporre i contenuti del provvedimento. “Il rup del procedimento – ha spiegato Siciliano – ha chiesto a tutti i comuni di presentare le coperture per l’anno in corso e quelle sul pluriennale. Per ora, l’iter di gara è sospeso”. Il consigliere Carmelo Casano, subito in apertura di seduta, ha chiesto di precisare i dettagli della delibera. “Mi confermate – ha detto rivolgendosi al presidente Alessandra Ascia e al segretario generale – che l’atto riguarda il 2018? Non vedo il dirigente in aula. Mi meraviglio anche della convocazione di una seduta, con oggetto un atto oramai scaduto”. In aula, mancavano il dirigente Patrizia Zanone e il sostituto Raffaella Galanti, c’era solo il direttore dell’esecuzione del contratto Valter Cosentino. “Chiedo spiegazioni ufficiali anche sulla comunicazione con la quale si è chiesto ai consiglieri di derogare allo statuto dell’ente – ha detto il dem Guido Siragusa – ci avete chiesto di violare le norme dello statuto pur di rientrare nella scadenza del 31 marzo, con tanto di firma del segretario generale”. Per il funzionario, però, quella non era una richiesta di deroga o un’intimazione, ma solo un invito dell’amministrazione ai consiglieri. Le porte in faccia alla giunta, come più volte capitato negli ultimi tempi, le ha subito chiuse il capogruppo di Noi con l’Italia Vincenzo Cirignotta. “C’è solo da ritirare l’atto – ha spiegato – come si fa ad approvare oggi un provvedimento che avrebbe effetti solo dal 2019? Questa giunta, per il servizio rifiuti, nel 2017 ha autorizzato vere e proprie porcherie”.

“Vedremo chi vuole veramente la gara”. Che il consiglio non navighi nella stessa direzione, l’ha fatto nuovamente intendere Sandra Bennici di Sicilia Futura. “E’ vero – ha detto – c’era un termine perentorio. Ma i consiglieri, venerdì scorso, erano in aula. Volevamo fare il nostro dovere e invece siamo stati attaccati da chi non c’era, anche sui social network. Chi voleva opporsi, doveva farlo in aula”. Chiarimenti sulla perentorietà del termine sono stati chiesti anche dall’esponente di DiventeràBellissima Giovanni Panebianco. L’affondo all’ex maggioranza dell’allora sindaco Angelo Fasulo è arrivato dal grillino Angelo Amato. “Oggi, vengono in aula con le fatture della Tekra – è intervenuto – ma nel 2014 non si erano accorti di cosa prevedeva il capitolato? Tekra è inadempiente sotto tutti i profili. A cosa è servita la commissione di indagine? Poche paginette di relazione e cinquantamila euro spesi per nulla. Nessuno dice che durante la campagna elettorale del 2015 ci fu un aumento delle assunzioni in Tekra. Messinese ha proseguito con i servizi aggiuntivi, anche perché il capitolato originario non prevede intere aree balneari della città. Fu un appalto truffa. Serve un servizio municipalizzato”. Messinese, però, ha stoppato il dibattito, praticamente sul nascere. “Sento parlare di quanto accaduto in passato – ha detto – a noi, per ora, interessa arrivare ad una regolare gara di appalto. In aula, ci sono consiglieri che hanno portato in municipio la Tekra. Ritiro l’atto per adeguarlo e vedremo chi vuole veramente la gara”. I rifiuti si confermano il tallone di Achille di un’amministrazione comunale che, ritirando atti su atti, dimostra di non avere numeri utili da utilizzare in aula.

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