“Metodo” Greco non decolla, programma fermo: “arcobaleno” in forte crisi

 
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Greco ha riavviato il confronto con gli alleati (immagini di repertorio)

Gela. Dai “personaggi compromessi con la mafia” che starebbero puntando a minare l’azione della sua giunta alla crisi con il Partito Democratico. Sono stati giorni, gli ennesimi, di forti fibrillazioni in municipio. Il sindaco Lucio Greco, ormai da tempo, ha un lungo elenco di emergenze da sbrogliare, anche politiche. Ad oggi, più che risolte sono state solo tacitate e nulla più. Un anno fa, probabilmente, non si sarebbe aspettato di trovarsi davanti ad una città che oltre ai ritardi abissali di sempre, deve pure scontare l’ultimo affronto causato da una gestione amministrativa troppo frammentata. Ancora tante zone sono in emergenza, mancano interventi di bonifica e pulizia e i servizi di base sono più che carenti. E’ una delle forti critiche che i dem gli hanno rivolto. I democratici, di punto in bianco, si sono visti davanti un assessore all’ambiente, con delega ai rifiuti (Grazia Robilatte è il loro riferimento in giunta) e uno al decoro urbano (Giuseppe Licata è arrivato in municipio solo con una seconda tornata di nomine ed è molto vicino al gruppo dei fedelissimi di Greco). Una sovrapposizione che sembra politica e poco gestionale. Non è l’unico nodo del contendere e non sono solo i dirigenti de Pd a lamentarsi della linea Greco. Teoricamente, il sindaco ha piglio da “generale”, ma di fatto i “commilitoni” politici lo hanno più volte richiamato all’ordine. Quello della pulizia della città è forse l’aspetto che più risalta agli occhi di cittadini che si attenderebbero almeno di poter vivere senza l’assillo di interi quartieri lasciati all’abbandono. Nella rubrica politica degli alleati, invece, il conto è molto più lungo. I rapporti con Eni (che si muovono tra fasi di attacco all’arma bianca e richieste di aiuti e tavoli di concertazione), le infrastrutture che non decollano (ormai il caso del porto rifugio è una specie di revival buono per ogni stagione), i soldi tagliati del “Patto per il Sud”, liste su liste di esperti e professionisti (non si comprende bene la finalità di una proliferazione di nomi da collocare chissà dove), il caso degli incarichi legali, gli accordi conclusi senza che la gran parte degli alleati ne sappia nulla, una pianificazione che non decolla (nonostante il sindaco si sia dotato anche di un consulente), la “svolta” sulla gestione idrica che non c’è mai stata, rapporti istituzionali con la Regione e il governo nazionale piuttosto ondivaghi, tutto contornato da una crisi sanitaria che nessuno avrebbe mai potuto prevedere ma che non può fare da paravento, sempre e comunque . Non è solo il Pd che chiede a Greco di mettere le cose in chiaro. In un anno, segnali ce ne sono stati diversi, compreso l’addio di alcuni ex fedelissimi, passati in gruppi, sempre di maggioranza, ma molto più critici rispetto al metodo Greco.

Per ora, l’”arcobaleno” messo su per corazzare la corsa elettorale sta reggendo, più per convenienza politica che per aspirazione ideale. Quello del Pd potrebbe essere un precedente, politicamente pesante. E’ anche vero che il segretario cittadino Peppe Di Cristina e i suoi avrebbero potuto gestire diversamente la “crisi”. Se la rottura amministrativa è così netta (almeno in apparenza), perché non lasciare la giunta piuttosto che mettere sul tavolo del sindaco richieste, che da un anno non trovano alcuna vera risposta? I dem hanno in mano un settore molto delicato. La gestione del servizio rifiuti, tradizionalmente è sempre stata contornata da sospetti, numeri difficili da analizzare nel dettaglio e cifre enormi per un Comune già in forte difficoltà economica. Pare che i democratici abbiano intuito un possibile cambio di rotta. Hanno messo il veto su un eventuale ripiego che faccia tornare di moda servizi aggiuntivi e spese fuori capitolato, mentre da un anno si tenta, invano, di assegnare la gara d’appalto. Gli ultimi affidamenti dei noli a caldo, attraverso Ghelas, hanno rinfocolato le perplessità amministrative e anche l’azione della municipalizzata li convince poco. Hanno dato una settimana al sindaco, anche se fino ad oggi non è bastato un anno per aver risposte vere.

1 commento

  1. Se si pulisce la città il PD non vi sta e perché voleva che l’assessora lo gestiva da sola, se in un anno non l’ha potuto fare nulla e vuol dire , caro segretario di Cristina, che non ha avuto la capacità, ora che siete in difficoltà cercate di issare polemiche e mettete sul piatto ; porto, fondi tagliati per il patto del Sud , cabine di regia ( Fellini , Tornatore )ect..ect..
    Ma non dite che se siamo ridotti così male è solo colpa vostra che nell’ultimo ventennio avete ridotto la città non vivibile e con l’accordo di programma, che avete svenduto l’occupazione dei lavoratori con la chiusura della raffineria ect…
    Ora siete alla frutta e non vi resta che il solo mea culpa del danno che avete arrecato a Gela e non avete il coraggio di chiedere quantomeno scusa e mettervi da parte.
    Ma d’altronde chi è di Serradifalco e di Riesi non ci interessa.
    P.s. gli interessa il prossimo deputato alle regionali…. Che speriamo non ci sarà.

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