Microspie negli uffici dell’Ato Cl2, via al giudizio: accuse al commissario Panebianco e ad un tecnico

 
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Gela. Si apre domani il processo sulla presenza di microspie illegali, rinvenute nel 2012 all’interno dei locali dell’Ato Cl2, a carico di Giuseppe Panebianco, commissario liquidatore, e del tecnico Sergio Occhipinti.

Il processo dopo l’inchiesta. L’amministrazione comunale si costituirà parte civile “per tutelare i diritti dei dipendenti – assicura il sindaco Domenico Messinese – in una brutta vicenda finita agli onori della cronaca”. Il procedimento penale a carico dei due imputati era stato avviato il 16 marzo di tre anni fa dal pubblico ministero Sofia Scapellato, sostituto procuratore a Caltanissetta. A conclusione delle indagini e dopo il rivio a giudizio, sarà il giudice Tiziana Landoni a celebrare l’udienza di domattina. Il commissario liquidatore e il tecnico sono accusati di avere “installato strumenti e parti di apparati al fine di intercettare conversazioni tra altre persone mediante due microfoni nella sala dell’Ato Ambiente Cl2”, in contrada Brucazzi, nella terza strada della zona industriale. Viene evidenziato, dagli inquirenti, anche l’abuso di ufficio per Panebianco, in quanto commissario liquidatore e quindi operante in qualità di pubblico ufficiale. Dal canto suo, Panebianco, difeso dal legale Danilo Tipo, si è sempre mostrato disponibile a collaborare con la giustizia per fare luce sulla vicenda. L’altro imputato, Sergio Occhipinti si è affidato all’avvocato Giuseppe Fiorenza. In verità, anche quattro ex collaboratori dell’Ato Cl2, silurati dal commissario liquidatore finito nella rete del procedimento penale, avevano annunciato di volersi costituire parte civile. Contattati telefonicamente hanno preferito non ufficializzare le loro intenzioni. Gli investigatori, grazie ad un sopralluogo, erano riusciti a rinvenire oltre a due microfoni nella sala riunione della sede dell’Ato Cl2, particolarmente frequentata, anche un collegamento degli stessi apparecchi con un registratore e relativi monitor di visualizzazione delle immagini e dell’audio. Un ulteriore microfono, stando alle accuse, era stato collocato anche in una stanza al primo piano della sede dell’Ambito territoriale ottimale in liquidazione.

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