Miracolate allestiscono altare per grazia ricevuta

 
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Gela. Aria di festa in città. In occasione dei festeggiamenti di San Giuseppe Santo patrono per eccellenza della famiglia nonché “avvocato delle cause impossibili” sono state organizzata 34 cene.

C’è grande coinvolgimento popolare per una delle celebrazioni più suggestive. Sono stati quasi ultimati gli ”altari” sui cui sono sistemate statuine e immagini del Patriarca e della Sacra Famiglia. Si suole invocare l’aiuto del santo per chiedere una “grazia” ed in caso di concessione si allestisce la cena.

“ Ho avuto una gran paura per l’infarto di mio padre ed il conseguente intervento al cuore –afferma Angela Infurna- ho promesso a San Giuseppe che se l’avesse salvato avrei fatto la cena ed oggi finalmente il peggio è passato. Le famiglie scelte per la destinazione della raccolta del cibo ho ritenuto opportuno cercarle da me, per capire realmente il loro bisogno. Il bambinello che avevo designato è purtroppo in ospedale, mi ritrovo a chiedere “la grazia nella grazia” sperando che stia meglio”.

Le cene sono colme di cibo e curate nei minimi dettagli. La preparazione dell’altare richiede impegno e sacrificio.” Ho chiesto per due volte, aiuto al santo protettore della famiglia – dice la signora Romano- e in entrambi i casi, Lui non mi ha lasciato sola. Io e mio marito non riuscivamo ad avere figli e dopo dieci ci è stata concessa la grazia ed è arrivata Maria Grazia. E’ stata lei insieme al padre ad avere degli incidenti stradali che mi hanno indotto a promettere un’altra cena. Rifarei esattamente tutto anche se il lavoro è assai dispendioso”. Le testimonianze degli organizzatori risultano toccanti e profonde.

“ Quando a mia madre hanno diagnosticato un tumore al seno, mi è crollato il mondo addosso. Dopo l’operazione subita, ho aspettato un esito importante e ho promesso la cena – si sfoga Rossella Scilio –  ho impiegato circa tre mesi per la raccolta degli alimenti da destinare alle famiglie povere”. In via Lecce un piccolo garage accoglie la cena della famiglia Trivelli. “ E’ la seconda cena in tre anni, la prima esperienza condivisa con le mie sorelle fu molto bella.

Una notte mi venne in sogno il Santo e ho recepito il malcontento del protettore, che mi chiedeva di rifare l’esperienza singolarmente. Dopo i miei lunghi problemi di salute – dichiara Maria Concetta- non me la sono sentita di tirarmi indietro. Credo sia stato doveroso ringraziarlo dopo la brutta depressione che mi aveva colpito”.

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