Morì dopo una serie di ricoveri, dodici medici indagati: arriva l’archiviazione

 
0

Gela. E’ scattata l’archiviazione per i dodici medici finiti al centro dell’inchiesta per la morte del cinquantasettenne Vincenzo Miccichè, per anni funzionario della cancelleria di palazzo di giustizia.

La morte del cancelliere. L’uomo perse la vita nel gennaio di due anni fa, dopo il secondo trasferimento in pochi giorni presso il presidio sanitario “Sant’Elia” di Caltanissetta. Inizialmente colto da un malore, venne ricoverato tra le stanze del Vittorio Emanuele per poi essere trasferito al Sant’Elia di Caltanissetta dove venne sottoposto agli accertamenti dei medici di cardiologia e del servizio di emodinamica. Ritornato in città e dopo le dimissioni decise dai medici del Vittorio Emanuele, le sue condizioni si aggravarono nuovamente. Così, ritornò al nosocomio di via Palazzi per essere nuovamente trasferito al servizio di emodinamica di Caltanissetta dove, però, perse la vita.

L’archiviazione. Adesso, il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Caltanissetta Marcello Testaquadra ha deciso di archiviare il procedimento nei confronti dei dodici medici, tutti in servizio nelle strutture di Gela e Caltanissetta, accusati di omicidio colposo. All’archiviazione si sono opposte la moglie e la figlia del cancelliere che, insieme al loro legale di fiducia Enrico Aliotta, hanno sempre legato la morte del congiunto ad un errore di diagnosi. Non si sarebbe trattato, come indicato dai medici, d’infarto miocardico subacuto. I difensori, però, sono riusciti a dimostrare che la condotta dei dodici indagati fu conforme ai parametri previsti in casi come quello del cancelliere cinquantasettenne. Una linea confermata anche dalla perizia redatta dallo specialista scelto proprio dal gip. Tutti elementi che hanno convinto il magistrato a disporre l’archiviazione con una propria ordinanza. Il perito indicato dai familiari, invece, ha sottolineato diverse anomalie nella diagnosi effettuata dagli indagati. Tra i medici finiti sott’indagine, c’è anche l’attuale primario del reparto di cardiologia del Vittorio Emanuele che, difeso dall’avvocato Giacomo Di Fede, è riuscito a dimostrare la regolarità di tutti gli interventi effettuati nel caso di Vincenzo Miccichè. Gli altri medici erano difesi dagli avvocati Rocco Guarnaccia, Francesco Cagnes, Angelo Licata, Nicola Martello, Maria Grazia Fasciana, Feliciana Ponzio, Claudio Galletta, Carlo Alessi, Rosario Di Proietto e Gianluca Firrone. E’ stato proprio il pubblico ministero titolare del fascicolo aperto all’indomani della denuncia dei familiari a richiedere l’archiviazione non individuando elementi idonei per proseguire il procedimento. Alla richiesta, si è opposto l’avvocato Enrico Aliotta nell’interesse della moglie e della figlia dell’uomo. La morte di Vincenzo Miccichè lasciò sgomenti amici e conoscenti oltre ai tanti operatori del tribunale che quotidianamente si rivolgevano ai suoi uffici.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here