Gela. Morì nel maggio di otto anni fa e, secondo i suoi familiari, quel terribile schianto lungo la statale Gela-Catania sarebbe avvenuto durante lo svolgimento del servizio.
La richiesta respinta dal giudice. Adesso, dopo il primo verdetto del giudice civile del tribunale, il caso dell’ex primario del reparto di malattie infettive del Vittorio Emanuele Salvatore Tandurella ritornerà davanti ai giudici. I familiari, infatti, hanno chiesto un risarcimento. Il medico morì a bordo della sua Fiat Grande Punto mentre si dirigeva verso Catania per partecipare ad un convegno specialistico. Secondo la moglie e i figli si sarebbe messo in viaggio solo per assolvere ad un incarico di servizio. Tesi diversa, invece, quella portata avanti dall’Asp, rappresentata dall’avvocato Ivan Castellano, che ha sempre escluso qualsiasi legame tra quel convegno professionale e l’attività di servizio svolta dal medico per conto della stessa azienda sanitaria provinciale.
I familiari si rivolgono ai giudici d’appello. Il giudice Alessadro Laurino, a conclusione del procedimento di primo grado, non ha accolto le richieste avanzate dai familiari del medico: respingendo la richiesta di risarcimento avanzata. Adesso, si aprirà il giudizio di secondo grado. I legali dei familiari, infatti, hanno scelto d’impugnare il verdetto pronunciato dal giudice Laurino. La prima udienza è già stata fissata per il prossimo luglio. Il medico perse la vita dopo lo scontro con la Bmw condotta da un trentaquattrenne di Palagonia.