Morte Di Natale, gip valuterà opposizione ad archiviazione: lavorava in Iraq

 
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Di Natale lavorava in un campo iracheno di Eni

Gela. Sul caso della morte del quarantacinquenne Gianfranco Di Natale e su quello del decesso del trentaseienne Filippo Russello, entrambi dipendenti Eni che operavano in un campo della multinazionale in Iraq, vennero aperte indagini, sia dai pm della procura locale sia da quelli di Palermo. Si ipotizzava che potessero esserci collegamenti tra l’attività svolta e gli improvvisi decessi. Ad inizio anno, nella vicenda di Di Natale, morto all’Ismett, i magistrati palermitani hanno formulato una richiesta di archiviazione. Ora, sarà il gip a decidere. La famiglia, attraverso l’avvocato Rocco Cutini, ha presentato opposizione e il giudice delle indagini preliminari ha fissato l’udienza per valutarla. In base alla perizia redatta da un pool di specialisti, che hanno condotto gli accertamenti sul corpo, non ci sarebbero state alterazioni sospette. Nella relazione depositata, vengono escluse “concentrazioni anomale di radioattività”. Non è “risultata assunzione di sostanze esogene” o la presenza di “metalli pesanti”. Per gli specialisti, la fine del dipendente Eni sarebbe stata determinata da “un terminale arresto cardiaco-circolatorio quale esito di insufficienza multi organo secondaria e shock cardiogeno da infarto del miocardio a coronarie indenni”. Ragioni che hanno portato il pm Giorgia Righi, che aveva avviato le indagini, a richiederne l’archiviazione. Fino ad allora, si indagava per omicidio colposo, ma contro ignoti. La famiglia ha deciso di andare avanti, con l’intenzione di arrivare ad una conclusione sulle effettive cause del decesso dell’uomo, che pare non avesse mai manifestato segnali da collegare a patologie. Anche prima della partenza per l’Iraq, il quadro clinico sarebbe stato soddisfacente.

Sulla base della documentazione medica acquisita, il legale si è opposto alla richiesta di archiviazione, ritenendo che ci siano elementi per proseguire le indagini. Il gip verificherà quanto indicato dalla famiglia e gli elementi proposti dalla procura. Con un quadro complessivo più chiaro, potrà pronunciarsi sul prosieguo o sullo stop delle indagini, chiesto invece dai magistrati.

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