Morte Di Natale, legale al gip “riaprire indagine”: pm, “va archiviata”

 
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Di Natale morì due anni fa

Gela. Le indagini devono proseguire. La richiesta, davanti al gip del tribunale di Palermo, l’ha formulata l’avvocato Rocco Cutini, nell’interesse dei familiari del quarantacinquenne Gianfranco Di Natale. Il suo caso emerse lo scorso anno, dopo la morte all’Ismett. L’operatore gelese, dipendente all’estero di Eni, cessò di vivere e i pm palermitani iniziarono le verifiche, dopo la denuncia presentata dai familiari. La prima ipotesi investigativa riguardò l’attività svolta dal quarantacinquenne, in servizio in un campo Eni in Iraq. Non si escludeva il contatto con sostanze pericolose, presenti in zone già teatro di scontri armati e conflitti bellici come quella irachena. La perizia specialistica effettuata dopo l’autopsia, per accertare le possibili cause della prematura morte, escluse però anomalie. La perizia dà conferma dell’assenza nel corpo di “concentrazioni anomale di radioattività”. Non è “risultata assunzione di sostanze esogene” o la presenza di “metalli pesanti”. Per gli specialisti, la fine del dipendente Eni sarebbe stata determinata da “un terminale arresto cardiaco-circolatorio quale esito di insufficienza multi organo secondaria e shock cardiogeno da infarto del miocardio a coronarie indenni”. Tutti fattori che hanno convito i pm palermitani a chiedere l’archiviazione, non ritenendo sussistere elementi utili per proseguire l’inchiesta (fino a quel momento sempre contro ignoti). La famiglia ha deciso di andare avanti e il legale che la rappresenta ha presentato formale opposizione, discussa ieri.

Secondo quanto illustrato al gip, ci sarebbe l’esigenza di verificare la situazione clinica di Di Natale, prima della partenza per l’Iraq. Venne effettuata una visita in una clinica di Milano. Il legale pare non escluda che potessero esserci condizioni pregresse. Dubbi, ha ribadito, che andrebbero verificati, con ulteriori indagini. I pm palermitani hanno insistito per l’archiviazione, ritenendo che il decesso sia avvenuto per cause naturali. Nello stesso periodo, morì un altro dipendente all’estero di Eni, Filippo Russello. Fu stroncato da un malore mentre era in sella alla sua bici da corsa, lungo la Gela-Licata. Del suo caso si occuparono invece i pm della procura gelese. Il gip palermitano si è riservato e deciderà nei prossimi giorni.

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