Morte Romano, a febbraio in aula: l’operio perse la vita undici anni fa

 
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L'operaio Francesco Romano morì dodici anni fa

Gela. In aula, si tornerà il prossimo mese. Sono ancora in atto delle valutazioni preliminari nel giudizio di appello legato alla morte dell’operaio trentenne Francesco Romano. Undici anni fa, perse la vita a causa di un gravissimo incidente sul lavoro, nell’area della radice pontile della raffineria Eni. Fu travolto da un tubo da otto tonnellate. Erano in corso lavori per la sostituzione di una linea. In primo grado, due anni fa, vennero emesse condanne nei confronti dei responsabili dell’azienda per la quale lavorava Romano (la Cosmi Sud) e per quelli delle società specializzate nei controlli. Anche manager Eni hanno ricevuto pronunce di condanna, tutte con pena sospesa. C’è la possibilità di un accordo transattivo tra gli imputati e la famiglia del lavoratore, che porterebbe alla rinuncia della costituzione di parte civile. I familiari sono assistiti dai legali Emanuele Maganuco e Joseph Donegani. Rimarrà in giudizio, sempre come parte civile, la moglie della vittima, costituita nell’interesse anche delle due figlie (è rappresentata dall’avvocato Salvo Macrì). In primo grado, il collegio penale del tribunale di Gela ha disposto un anno e otto mesi per Bernardo Casa, Fabrizio Zanerolli, Nicola Carrera, Marco Morelli, Alberto Bertini, Patrizio Agostini, Sandro Iengo, Rocco Fisci e Serafino Tuccio. Un anno e sei mesi per Mario Giandomenico, Angelo Pennisi e Vincenzo Cocchiara. Infine, un anno e quattro mesi a Salvatore Marotta (tutte con pena sospesa). Le uniche assoluzioni furono decise per le posizioni di Guerino Valenti, Fabrizio Lami e Ignazio Vassallo.

Per le difese non ci furono anomalie in quel cantiere. Hanno sempre sostenuto che venne garantito il rispetto delle procedure di sicurezza. I legali dei manager e dei tecnici di Eni escludono collegamenti tra quanto accaduto e le funzioni svolte dai loro assistiti. Alle società, in relazione alle responsabilità amministrative, in primo grado fu imposto il pagamento di trecento quote (da 500 euro). Decisione che tocca Eni, Cosmi Sud, Pec srl e Sg Sertec.

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