Morte Vizzini, sentiti i consulenti di parte: da esperti versione diverse

 
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Immagini di repertorio

Gela. Le versioni rese dai consulenti di parte sono risultate decisamente in contrasto tra loro. Sulla dinamica della morte dell’operaio cinquantaquattrenne Antonio Vizzini, questa mattina in aula, davanti al giudice Miriam D’Amore, sono intervenute le conclusioni degli esperti nominati dai difensori degli imputati e dai legali dei familiari del lavoratore deceduto in raffineria. Vizzini perse la vita per le gravi ferite riportate dopo essere stato colpito, a seguito delle manovre di una gru impegnata in lavori all’isola 4 dello stabilimento di contrada Piana del Signore. Secondo quanto indicato dall’ingegnere Andrea Rotella, consulente di parte della difesa, Vizzini non si sarebbe dovuto trovare nell’area, al cui interno si verificò l’incidente. Quello del lavoratore sarebbe stato un “comportamento imprevedibile” e in contrasto con i piani di sicurezza. Per l’esperto, sarebbero mancate le condizioni minime e l’operaio non avrebbe dato seguito alle prescrizioni. Il consulente della difesa, rispondendo alle domande del pm Ubaldo Leo, dei legali di parte civile e del difensore che lo ha nominato, l’avvocato Flavio Sinatra, ha descritto la “Lorefice&Ponzio” (azienda per la quale lavorava Vizzini), come un’antesignana sul fronte della sicurezza. “In un altro procedimento, nel quale venni nominato come consulente – ha spiegato – mi avvalsi della collaborazione della “Lorefice&Ponzio” perché è un’azienda che aveva avviato i corsi di formazione sulla sicurezza, per gli operatori e anche per i gruisti, già ben prima dell’accordo Stato-Regioni che li rese obbligatori”. Sui fatti che portarono alla morte del lavoratore, però, una versione del tutto differente l’ha fornita il consulente delle parti civili, l’ingegnere Renato Cassarà. Il professionista partecipò al sopralluogo svolto nell’area dell’incidente mortale. In aula, ha spiegato che nel cantiere sarebbero mancate idonee barriere di sicurezza e anche il livello dei rumori venne considerato eccessivo.

Per il consulente, ci sarebbero state “carenze” nei piani di sicurezza e Vizzini si sarebbe trovato in quel punto, avendo preso accordi con il gruista, anche per possibili segnalazioni manuali. In base alle sue conclusioni, in quella fase la gru non si sarebbe dovuta mettere in azione. Sono a giudizio, per rispondere alle contestazioni, Domenico Lorefice, Angelo Vergati, Leandro Lorefice, Giuseppe Antonuccio, Giovanni Nunnari, Antonio Bennici, Orazio Fidone e Stefano Lo Coco. Sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Katia Lo Coco e Enrico Valentini. I familiari dell’operaio sono invece rappresentati dai legali Dionisio Nastasi, Riccardo Lana, Giuseppe Ferrara e Giuseppe Catanese.

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