Morti alle “Acciaierie venete”, ferito anche operaio gelese: altri due rinvii a giudizio

 
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L'intervento dei primi soccorsi dopo l'incidente di quattro anni fa

Gela. In attesa che il dibattimento entri nelle fasi principali, il gup del tribunale di Padova ha disposto altri due rinvii a giudizio, per i fatti che quattro anni fa portarono alla morte di due operai, che lavoravano nello stabilimento di “Acciaierie venete”. Persero la vita Sergiu Todita e Marian Bratu e rimase gravemente ferito l’operaio gelese David Di Natale, che riportò ustioni profonde. Una colata di acciaio fuso fuoriuscì per il cedimento di una siviera. Lo scorso anno, fu disposto il rinvio a giudizio di Alessandro Banzato e Giorgio Zuccaro, presidente e direttore di “Acciaierie Venete”; Dario Fabbro, che nel 2018 era presidente di “Danieli Centro Cranes spa”; Giampietro Benedetti e Giacomo Mareschi Danieli, presidente e amministratore delegato di “Danieli officine meccaniche”; Vito Nicola Plasmati legale rappresentante della “Hayama Teac Service” (per lui l’accusa è lesioni colpose). Come responsabili civili, sono state chiamate nel giudizio anche le aziende. Le famiglie dei due operai deceduti hanno ottenuto risarcimenti e hanno rinunciato alla costituzione di parte civile. Risarciti anche la Fiom Cgil e l’Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro.

Il gup padovano ha ora deciso che il processo si celebri anche nei confronti di Nicola Santangelo, già presidente del cda di “Danieli Centro Cranes spa” (rappresentato dal legale Maurizio Miculan), e Giancarlo Tonoli, consigliere di “Danieli” con delega all’esecuzione dei collaudi (difeso dall’avvocato Emanuele Fragasso). Entrambi mantennero le cariche fino al giugno 2015. La decisione è stata formalizzata in base all’esito di una perizia ulteriore. Secondo le contestazioni, il perno della siviera, che poi non tenne, sarebbe stato sottoposto a carichi differenti rispetto a quelli previsti in fase di progettazione e realizzazione. Sarebbe stato rilevato un difetto di progettazione. Di Natale, attraverso un’agenzia di lavoro interinale, era al secondo giorno per conto della “Hayama Teac”. Sono contestate violazioni anche sul fronte delle norme in materia di sicurezza. L’operaio gelese, rappresentato dall’avvocato Gabriella Galliano, ha scelto di costituirsi parte civile.

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