Morti e malati, il tacito patto tra industria e politica che ha cancellato la città
Gela. Una silenziosa Spoon River fatta di morti e malati. Una lunghissima scia di lutti che non risparmia neanche giovani e bambini. La città è stata decimata dagli effetti di un’industrializzazione c...
Gela. Una silenziosa Spoon River fatta di morti e malati. Una lunghissima scia di lutti che non risparmia neanche giovani e bambini. La città è stata decimata dagli effetti di un’industrializzazione che ha dato lavoro e tolto vite. Adesso, saranno i magistrati della procura a tentare di fare chiarezza su quanto denunciato dall’ex operaio Emanuele Pistritto, che ha raccontato di aver sotterrato enormi quantitativi di rifiuti industriali pericolosi. Intombati per smaltirli, distruggendo un intero ecosistema. Vicende che nel corso del tempo sono state raccontate ma forse mai veramente verificate. Le telecamere non si sono ancora spente su quanto pubblicamente dichiarato da Pistrittto che già la politica si mette in moto. Interrogazioni, ispezioni, accuse, “tutti sapevano” e “lo Stato deve fare la sua parte”. Quasi un copione scontato, piuttosto scialbo. Tutti cercano di tirare acqua al proprio mulino e intanto l’industria rimane l’unico moloch in un territorio umiliato e senza alternative agli ingranaggi del “mostro”, sempre seduto allo stesso tavolo della politica che oggi si indigna. I rifiuti sotterrati, sempre che ne venga accertata l’esistenza, non sono altro che il “regalo” di decenni di subalternità. A dettare l’agenda non è mai stata la politica, che oggi è ridotta ad una parossistica ricerca di voti, ma l’industria. Eni ha dato lavoro ma ha preteso di non avere troppi fastidi. La politica si è accontenta (tanti sindacalisti si sono accodati) e lo scambio del lavoro in cambio del consenso intanto partoriva malformati e gravissime patologie. I dati di decine di studi non lasciano dubbi. Le percentuali di mortalità fanno paura e le stesse ricerche confermano le troppe anomalie su patologie che in città toccano ogni tipo di picco.
L’agenda però ha continuato a segnare altro. Protocolli di ogni tipo, milioni di euro elargiti e promessi (anche se i risultati si fa fatica a percepirli), presunti progetti di rilancio, compensazioni e una politica locale (senza troppe differenze tra centrodestra e centrosinistra) sempre pronta a non disturbare troppo. Qualche discorso di facciata, magari in campagna elettorale, e poi sempre lo stesso tavolo condiviso con i veri manager della città, quelli dell’industria che ha sempre dettato i tempi. Ora, spuntano le telecamere nazionali che hanno dato seguito ai vividi ricordi di un ex lavoratore e la politica locale diventa improvvisamente “battagliera”, fino al prossimo protocollo.
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