Muro contro muro tra Tekra e sindacati, contestati i trasferimenti: “La giunta non si muove”

 
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Gli operai della Tekra sul cornicione del Comune

Gela. I manager di Tekra, azienda che gestisce in proroga il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in città, dopo aver annunciato venti licenziamenti, proseguono sulla loro linea. Le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil hanno respinto l’ipotesi dei tagli e così l’azienda ha optato per il trasferimento degli operai in esubero nel cantiere di Piazza Armerina. Mossa che viene di nuovo contestata dai sindacati, che con Giovanna Caruso, Nicola Calabrese e Mario Stagno, chiedono un’immediata convocazione all’ufficio provinciale del lavoro. Ci sarebbero, nell’intera procedura, una serie di incongruità, soprattutto perché il Comune continuerebbe a pagare un servizio che, in base al capitolato, prevede l’impiego di 125 operai, adesso però decurtati di venti unità. Addirittura, le sigle sindacali non escludono che possano sussistere le condizioni affinché il Comune receda dal contratto con Tekra.

La vertenza. Gli operai che hanno ricevuto il provvedimento di trasferimento a Piazza Armerina fanno parte del cosiddetto allegato C, ovvero operai transitati in Tekra, dopo aver lavorato per altre aziende che in passato hanno gestito il servizio in città. Al momento, nonostante i solleciti partiti pure dal segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice, il sindaco Domenico Messinese e l’assessore Simone Siciliano non hanno convocato i vertici aziendali, nonostante i canoni contrattuali vengano pagati regolarmente. Qualcosa non quadra nell’intera vicenda, mentre l’azienda campana ha già deciso di tagliare altri sevizi, per carenza di liquidità. I manager attendono che il Comune copra il maxi debito da quasi dieci milioni di euro, già maturato. A pagare le conseguenze più pesanti, come al solito, sono operai costretti a raggiungere il cornicione del municipio, pur di farsi sentire.

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