“National Geographic” in città, un film sulla nave greca e i lingotti di oricalco

 
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Gela. I lingotti di oricalco e la nave greca del sesto secolo avanti Cristo saranno oggetto di documentazione in tutto il mondo. Ad affermarlo è Sebastiano Tusa, soprintendente al Mare convinto da tempo che i beni archeologici possono rappresentare un possibile rilancio per l’economia locale.

National Geographic arriva in città.  “Il sette marzo a Gela arriverà una troupe canadese di National geographic – rivela Tusa – per fare un servizio e un film sui tesori recuperati nei fondali dello specchio di mare antistante contrada Bulala. Dobbiamo invertire una tendenza negativa avuta nel passato”. Secondo il soprintendente al Mare bisogna trovare nuovi investitori tra i privati, capaci di sponsorizzare gli interventi più importanti.

La nuova era che ha permesso di portare alla luce reperti unici al mondo per Sebastiano Tusa ha un solo protagonista. “Franco Cassarino è il deus ex machina delle ultime scoperte fatte nel territorio”.

Tusa condanna la migrazione dei reperti gelesi. Per portare avanti il progetto di rilancio di una economia basata sul turismo e l’arte diventa indispensabile eliminare le lentezze burocratiche della Regione, bloccare la continua migrazione dei reperti “made in Gela” e realizzare il primo laboratorio di restauro già inserito nel secondo stralcio di realizzazione del museo del Mare.

Il progetto del laboratorio di restauro. “L’episodio della nave di Gela deve fare capire che non devono emigrare i beni culturali – accusa Tusa – Penso che la realizzazione del laboratorio sul legno bagnato a Gela sia una priorità assoluta che la Regione deve approvare. Non dobbiamo più permettere che questi beni vadano fuori. Non siamo contrari alla collaborazione internazionale, però noi non siamo da meno. Non vedo perché non possiamo realizzare tutto ciò da noi creando quel volano virtuoso che è la piccola e media impresa. Il settore della conservazione e restauro, potrebbe innescare, legandosi ad una tradizione industriale, quel moltiplicatore per far si che piccole e medie imprese del settore chimico possano supportare la presenza di un laboratorio del genere”. 

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