“Nell’appartamento c’era un biglietto con nomi e numeri di telefono”, il blitz alla ricerca di un latitante: un giovane l’avrebbe coperto

 
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Gela. Avrebbe coperto la latitanza di un giovane ricercato

dopo una sparatoria tra le via di Settefarine.
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La ricerca del latitante. Davanti al giudice Miriam D’Amoore, si è aperto il dibattimento nei confronti di Liborio Scudera. Insieme ad altri giovani, avrebbe dato supporto al latitante, poi arrestato dai poliziotti del commissariato che lo individuarono tra le palazzine popolari di Marchitello. In aula, sono stati sentiti alcuni poliziotti che seguirono le indagini scattate dopo gli spari. L’identificazione dell’imputato sarebbe avvenuta anche attraverso delle riprese video. Gli investigatori, infatti, avrebbero subito messo sotto tiro i possibili fiancheggiatori del latitante, anche intercettando le utenze telefoniche. In almeno un caso, il ricercato si sarebbe trovato sull’auto condotta da Scudera. Il giovane è difeso dall’avvocato Riccardo Balsamo che, fin dalla fase d’indagine, ha comunque escluso la volontà da parte del suo assistito di coprire la latitanza.
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Per gli stessi fatti, a luglio è arrivata l’assoluzione di un altro presunto complice, Emanuele Orlando. Un verdetto di condanna, invece, era già stato emesso nei confronti di Salvatore Marino, che ha però impugnato il verdetto. “Quando arrivammo nell’appartamento di Marchitello dove si nascondeva il latitante – ha detto uno dei poliziotti sentiti in aula – trovammo un biglietto con diversi nomi e numeri di telefono. Tra questi, c’era anche quello di Scudera”. Nuovi testimoni verranno sentiti nel corso delle prossime udienze.

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