“Nell’indotto di raffineria lavorano anche i pensionati”, Cacici: “Accordi violati”

 
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Il sindacalista Francesco Cacici durante una protesta degli operai dell'indotto in consiglio comunale

Gela. “Così, si viola qualsiasi tipo di accordo”. Il segretario provinciale dei metalmeccanici dell’Ugl Francesco Cacici contesta il fatto che diverse aziende dell’indotto di raffineria Eni continuino ad assumere dipendenti, anche già in pensione o comunque non ricompresi nelle liste di disponibilità. “In questo modo – spiega – molti lavoratori, inseriti nel bacino di disponibilità, saranno destinati a rimanere fuori per sempre dal ciclo produttivo. C’è la necessità di rafforzare i controlli. E’ giusto che ognuno possa avere il diritto al lavoro, ma gli operai rimasti fuori dalla fabbrica non possono vedersi scavalcare anche da colleghi, già in pensione. L’abbiamo denunciato più volte e servono interventi seri”. I lavori per la nuova green refinery stanno proseguendo in fabbrica e l’obiettivo dei manager della multinazionale sarebbe di entrare a regime, già a fine anno.

“Nessun percorso di formazione”. “Non si possono mascherare queste assunzioni – conclude Cacici – dietro all’assenza di particolari figure professionali. Gli accordi firmati quattro anni fa, prevedevano percorsi di formazione che non sono mai stati avviati”. Con la conclusione dei lavori per la green refinery, lo scenario dell’indotto Eni, probabilmente, sarà di nuovo incerto. Le intese raggiunte sui fondi per l’accordo di programma e l’area di crisi complessa (con la giunta che ha portato a casa solo venticinque milioni di euro) non fanno ben sperare.

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