Niente aumenti della Tari, Messinese e Siciliano sempre più isolati: il consiglio dice no e spunta l’ombra dell’accordo con il Pd

 
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Gela. Il sindaco Domenico Messinese e il suo vice Simone Siciliano

hanno ufficialmente un grosso problema, soprattutto politico. Sono isolati.
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La “coalizione” che boccia la giunta. In consiglio comunale, non passa il Piano economico finanziario che prevedeva gli aumenti delle tariffe Tari. Sedici presenti e quindici, chiari, voti contrari. Astenuta solo la presidente dem Alessandra Ascia. Quindi, sindaco e vice incassano un altro no agli aumenti della Tari sui rifiuti e il piano economico finanziario rimane fermo a poco più di sette milioni di euro. “Siete soli e senza la città”, ha detto il capogruppo di Articolo 1 Carmelo Casano prima di arrivare al voto. Il no alla proposta della giunta è stato praticamente trasversale. La bocciatura è arrivata dai banchi dei grillini, da quelli di Forza Italia,  DiventeràBellissima, Sicilia Futura e Articolo 1, oltre che dagli indipendenti. I dem, invece, hanno scelto di lasciare l’aula. Quelli del Partito Democratico hanno contestato il fatto che il consiglio non abbia accettato la richiesta, da loro stessi formulata, di posporre la discussione sulla Tari, anticipando quella sul bilancio di previsione 2017, che praticamente a fine novembre non è stato ancora approvato. Una proposta, avanzata da Guido Siragusa, che però ha fatto scatenare la bagarre politica. Storie tese soprattutto tra lo stesso Siragusa, che alla fine ha ritirato la proposta, e il capogruppo di Forza Italia Salvatore Scerra. I forzisti, ma anche Carmelo Casano di Articolo 1 e l’ex dem Vincenzo Cirignotta, hanno chiaramente denunciato un presunto accordo politico tra Pd e amministrazione comunale.
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Siciliano non ritira l’atto. Ci vuole stile – ha replicato Siragusa – la campagna elettorale è finita. Non andiamo dietro ai discorsi fatti dai bulletti”. I dem, alla fine, hanno disertato la votazione sulla Tari. Un secco no al ritiro della proposta Tari è arrivato dal vicesindaco Simone Siciliano. “Ci vuole responsabilità – è intervenuto – per votare decisioni che possano apparire impopolari. Mente chi dice che la giunta non riesce ad amministrare”. Le parole di Siciliano hanno scatenato la reazione dei grillini. “La dovete finire di gestire la città come se fosse una cosa vostra o personale – ha detto Simone Morgana – la Corte dei Conti ha bocciato la vostra gestione del sistema rifiuti”. Anche il presidente della commissione bilancio Angela Di Modica è stata piuttosto esplicita. “Da due anni le vostre decisioni sul servizio rifiuti – ha detto rivolgendosi a Messinese, Siciliano e all’altro assessore Fabrizio Morello – producono solo debiti fuori bilancio”. Una convinzione ribadita dall’ex capogruppo del Pd Vincenzo Cirignotta. “Se non siete in grado di amministrare, dimettetevi – ha detto nuovamente – anche per questo motivo ho lasciato il Pd, perché, dal primo istante, ho sempre contestato le scelte del vicesindaco e del sindaco, soprattutto sui rifiuti. Non potevo accettare che ci fossero compagni di partito pronti ad avvicinarsi a questa giunta”. Insomma, gli aumenti, bocciati, della Tari hanno fatto saltare schemi e indugi politici, con un chiaro segnale lanciato alla giunta e al Partito Democratico. Le richieste dell’amministrazione sulla Tari sono state respinte al mittente dai capigruppo di DiventeràBellissima e Sicilia Futura, Vincenzo Cascino e Giuseppe Ventura. “A questo punto – ha rincarato la dose Carmelo Casano – fate pubblicamente le vostre scelte politiche, ufficializzate l’accordo tra giunta e Pd”. In aula, è passato l’atto che consente la delega della riscossione coattiva all’Agenzia delle Entrate, un atto dovuto, caldeggiato soprattutto dai componenti della commissione bilancio. Per la giunta, invece, si prospetta un fine anno sempre più difficile. Non ci sono i numeri in consiglio e, cosa ancor peggiore, non ci sono i soldi per il servizio rifiuti.

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