“Niente droga…solo telefonate di lavoro!”, gli indagati nel blitz “Falco” si difendono davanti al giudice

 
0

Gela. Si sono difesi davanti al giudice delle indagini preliminari che li ha ascoltati all’indomani del blitz “Falco”. “Solo rapporti di lavoro…”. Alessandro Pellegrino, Angelo Famao, Giuseppe Di Noto ed Emanuele Faraci, tutti accusati di aver fatto parte della presunta rete di spacciatori scoperta dagli investigatori, hanno risposto alle domande formulate dal gip del tribunale di Caltanissetta. In base a quanto emerge, le conversazioni intercettate dagli inquirenti non avrebbero avuto ad oggetto le partite di droga da piazzare ma solo questioni lavorative. Il ventottenne Angelo Famao, difeso dall’avvocato Carmelo Tuccio, ha confermato di essere titolare di una piccola impresa edile che, in passato, effettuò lavori per conto della famiglia di Gianluca Pellegrino, ritenuto il vertice del riorganizzato clan Emmanuello. Gli altri indagati, invece, sono accusati di aver preso parte solo al giro di spaccio che avrebbe permesso di finanziare la famiglia di cosa nostra. Alessandro Pellegrino, fratello di Gianluca, ha ribadito che i contatti con gli altri indagati avrebbero riguardato solo lavori commissionati e da pagare. Il giovane è difeso dall’avvocato Giacomo Ventura. “Lavoro da tempo fuori dalla Sicilia – ha invece detto Giuseppe Di Noto – non so nulla della droga. Le telefonate riguardavano solo lavori svolti”. Il ventiquattrenne, rappresentato dall’avvocato Davide Limoncello, si è consegnato in Emilia, dove si trovava al momento del blitz. Ha respinto le accuse anche Emanuele Faraci, difeso dall’avvocato Rocco Guarnaccia.

Gli altri indagati non parlano. Jonny Cavallo, Orazio Tosto, Guido Legname, Giovambattista Campo e Pietro Caruso, pur respingendo le contestazioni, hanno comunque deciso di non rispondere alle domande del gip. Sono difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Carmelo Tuccio, Francesco Enia.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here