Niscemi, il movimento dei forconi domani in corteo

 
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Niscemi. Considerato che il Movimento dei Forconi di tutta l’isola e l’associazione degli Autotrasportatori, hanno indetto dal 16 al 20 gennaio prossimo una protesta generale a carattere regionale che prevede il blocco dei trasporti,

il Movimento dei forconi di Niscemi di cui è rappresentante Gian Luca Benenati aderente a quello siciliano e dei pastori sardi, torna domani pomeriggio a manifestare nelle strade della città per sensibilizzare l’opinione pubblica alla grave crisi del comparto agricolo e dell’artigianato determinata dal sistema .

Ed il forcone che nel medioevo veniva impiegato per cacciare le streghe, è ora diventato per gli agricoltori ed allevatori il simbolo di un Movimento di lotta contadina contro la “la classe politica”.

Domani pomeriggio alle 17, il Movimento dei forconi si concentrerà con slogan e striscioni di protesta a piazza Mascione con l’attuazione di un Sit-in e di un corteo che poi attraverserà le vie Salvatore Noto, XX Settembre ed Umberto e che si concluderà in Piazza Vittorio Emanuele fino alle 21.

“Il Movimento dei forconi” ha spiegato Gian Luca Benenati,” lotta ormai il sistema tutt’altro che democratico che continua a lucrare a discapito dei più deboli. Nel mondo agricolo ci sono tantissimi espropriati dalla Serit, i tartassati dall’Agenzia delle entrate, dall’ufficio Iva e dall’Inps che ormai sono stanchi di sopportare perché hanno perso tutto o quasi per gli effetti della globalizzazione e delle speculazioni economiche selvagge di mercato che hanno deprezzato i nostri prodotti agroalimentari. Non parliamo più infatti dei nostri problemi dell’agricoltura, ma solo di dura lotta al Sistema perché desideriamo la giustizia sociale e la redistribuzione dei redditi, senza le quali qualsiasi società non può andare avanti. Diciamo stop alle disparità ed alle storture alimentate dall’attuale Sistema che ci ha distrutto psicologicamente ed economicamente”.  Per il Movimento dei forconi la “Rivoluzione” partirà giorno 16 dalla Sicilia’.

“Non una guerra tra poveri” si legge in una nota,”ma una guerra insieme contro l’attuale classe dirigente ed i privilegi della politica”.

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