Non aggredì il funzionario del Comune, assolto un ex Rmi: una vicenda lunga sei anni

 
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Immagine repertorio

Gela. “Assolto per non aver commesso il fatto”. Il funzionario chiese un risarcimento da 15 mila euro. Un verdetto che arriva dopo sei anni a fare luce su una vicenda che ha contrapposto un funzionario del Comune ad un lavoratore del programma del reddito minimo d’inserimento, impegnato anche in attività sindacale. L’operaio era accusato di minacce e lesioni. Per questa ragione, il giudice di pace aveva deciso di condannarlo. Il suo legale di fiducia, l’avvocato Salvo Macrì, ha scelto d’impugnare quel verdetto davanti al tribunale ordinario. Il giudice Ersilia Guzzetta, alla fine, ha pronunciato un verdetto favorevole all’operaio. Il funzionario che denunciò di essere stato aggredito chiese un risarcimento da quindicimila euro, costituendosi parte civile nel procedimento penale.

“Nessuna aggressione”. La difesa dell’imputato, però, ha sollevato diversi dubbi non solo sulla dinamica dei fatti ma anche su possibili risvolti dell’intera vicenda. “In quei frangenti – ha spiegato in aula l’avvocato Macrì – il mio assistito non era neanche presente. Il funzionario era impegnato in accese discussioni con diversi Rmi comunali ma l’imputato non era neanche in servizio. Come avrebbe potuto aggredirlo?”. La difesa, inoltre, ha messo in discussione l’entità delle ferite subite dal funzionario di Palazzo di Città. I referti medici non avrebbero indicato conseguenze così gravi come quelle esposte in denuncia. La linea difensiva, alla fine, è passata in pieno. La pubblica accusa, rappresentata in aula dal pm Sonia Tramontana, aveva chiesto la conferma della sentenza di condanna già pronunciata dal giudice di pace. Il verdetto, invece, è stato ribaltato. In base alla difesa, non sarebbe da escludere che l’intera vicenda si possa collegare ad un tentativo d’isolare il lavoratore, impegnato peraltro in attività di tipo sindacale proprio tra gli ex lavoratori de reddito minimo d’inserimento, utilizzati in servizi e cantieri per conto del Comune. Non sono mancati, anche in passato, momenti di tensione tra gli ex Rmi che reclamavano retribuzioni arretrate e stabilità occupazionale e alcuni funzionari del Comune. Davanti alle accuse mosse dai magistrati della procura, almeno inizialmente, il procedimento penale venne incardinato davanti al giudice di pace.

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