Non ci fu un patto tra amministratori e proprietari, assolto anche l’ex sindaco Casisi

 
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Butera. Cade l’accusa di truffa e arriva l’assoluzione per l’ex sindaco di Butera Luigi Casisi, per i tecnici Sergio Pecoraro e Rosa Palmeri e per gli ex proprietari di un’area espropriata, Giacomo Felici, Salvatore Felici e Lucia Balbo. La vicenda giudiziaria ruotava intorno all’esproprio di un’area, di proprietà della famiglia Felici, servita successivamente alla costruzione di alcune vasche per la raccolta acque, collegate ad un sistema di depurazione pubblico. L’ente comunale e i proprietari pattuirono un ammontare di poco inferiore agli ottantamila euro per chiudere la transazione e coprire le indennità dell’esproprio. Per i magistrati della procura, che avviarono le indagini in base ad una denuncia presentata proprio da uno dei tecnici finiti a processo, l’ammontare finale della transazione sarebbe stato gonfiato rispetto al reale valore del terreno occupato, necessario al cantiere pubblico. Al termine della sua requisitoria, però, il pm Luigi Lo Valvo ha chiesto l’assoluzione per il reato di truffa. Prescritta, invece, la contestazione di abuso d’ufficio. Non sarebbero emerse prove concrete di un presunto patto tra amministratori, tecnici ed ex proprietari, volto a gonfiare il valore dell’area, pesando sulle casse dell’ente comunale, allora guidato da Casisi.

Le accuse all’ex sindaco. I difensori di fiducia, gli avvocati Antonio Gagliano, Rocco La Placa, Rita Calò, Maria Giambra e Francesco Panepinto, sono riusciti a dimostrare che le procedure di esproprio e i relativi pagamenti sarebbero stati del tutto regolari. Il verdetto è stato emesso dal collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Ersilia Guzzetta e Tiziana Landoni.

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