“Non controllò l’istinto”, prosegue il giudizio ad un trentaquattrenne: ferì i dipendenti del Centro per l’impiego

 
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Gela. “E’ solo parzialmente incapace di intendere e di volere ma può comunque partecipare al dibattimento”.

Aggrediti gli operatori del Centro per l’impiego. Lo ha detto in aula, davanti al giudice Tiziana Landoni, il perito nominato per valutare le condizioni mentali del trentaquattrenne Salvatore Argentieri. E’ accusato di aver aggredito almeno tre dipendenti del Centro per l’impiego di corso Salvatore Aldisio, utilizzando anche un taglierino. “In quell’occasione – ha spiegato lo specialista – non riuscì a controllare l’istinto. Se non avesse avuto a disposizione il taglierino, avrebbe comunque colpito il suo interlocutore, probabilmente a mani nude”. I fatti risalgono a cinque anni fa, quando l’imputato entrò nei locali del centro per l’impiego, chiedendo, in maniera piuttosto minacciosa, notizie circa la posizione lavorativa del padre, a sua volta presente al momento dell’aggressione. L’imputato è difeso dagli avvocati Giuseppe Simonetti e Samantha Rinaldo. Proprio l’avvocato Simonetti ha sottolineato l’esistenza di una precedente perizia, redatta rispetto ad un altro episodio, che ha certificato la totale incapacità di intendere e di volere del trentaquattrenne. A questo punto, il dibattimento proseguirà. Gli operatori del centro per l’impiego feriti durante l’incursione si sono costituiti parte civile, assistiti dall’avvocato Salvo Macrì. Si tornerà in aula il prossimo 9 gennaio.

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