“Non era capo clan”, Cassazione annulla per Pellegrino: dieci condanne

 
0
Gianluca Pellegrino al momento dell'arresto nell'operazione "Falco"

Gela. La decisione emessa nei suoi confronti, sia in primo che in secondo grado, è da rivedere. Per i giudici della Corte di Cassazione, che hanno accolto i motivi principali del ricorso difensivo, Gianluca Pellegrino non fu il nuovo capo del gruppo degli Emmanuello, che secondo gli investigatori era in fase di ricostruzione e capace di controllare anche i servizi per la sicurezza nei locali, almeno prima del blitz “Falco”. I giudici romani, oggi, hanno disposto l’annullamento con rinvio, accogliendo le richieste difensive. Il legale di Pellegrino, l’avvocato Giacomo Ventura, nei precedenti gradi di giudizio aveva già presentato conclusioni che escludevano il ruolo di vertice della famiglia di mafia, che gli inquirenti attribuirono all’imputato, visto come il trait d’union tra i vecchi esponenti del clan e le nuove leve. Il legale, usando una metafora, parlò di un “falco solitario”. In Cassazione, Pellegrino è stato difeso anche dal legale Luca Cianferoni. La Corte d’appello di Caltanissetta, a seguito della decisione di Cassazione, dovrà ritornare anche sulla collocazione temporale dei fatti e delle contestazioni mosse a Pellegrino. Per la difesa, le condotte si fermano al 2013 e non sono da considerarsi in permanenza. Di conseguenza, si applica una disciplina sanzionatoria differente e che quindi potrebbe incidere ancora sulla rideterminazione della pena. Quella di Pellegrino era sicuramente la posizione più grave, per le accuse poste nei suoi confronti. Inizialmente, solo lui venne individuato come appartenente all’organizzazione mafiosa. Accusa che poi fu estesa anche ad altri imputati, ma caduta in appello. A Pellegrino, i giudici di secondo grado imposero ventitré anni di detenzione, ma in continuazione con altre precedenti condanne. E’ stato deciso l’annullamento senza rinvio per Emanuele Faraci, per una delle statuizioni posta nei suoi confronti. In appello, la condanna era stata ridotta a due anni e otto mesi di reclusione (a fronte dei dieci anni e un mese di primo grado). La Cassazione ha accolto uno dei motivi del ricorso della difesa, sostenuta dall’avvocato Rocco Guarnaccia. E’ stata annullata, senza rinvio, anche la condanna per un capo di imputazione, per un altro imputato, Giovanbattista Campo. Difeso dall’avvocato Francesco Enia, aveva già ottenuto una riduzione consistente della pena, in appello. Cadde la contestazione mafiosa e fu riqualificata l’accusa per il traffico di droga. Passò da tredici anni e otto mesi a sette anni e tre mesi, con la continuazione.

La Cassazione ha invece confermato tutte le altre condanne. Tre anni di reclusione ad Alessandro Pellegrino, fratello di Gianluca; tre anni a Nunzio Alabiso; due anni e quattro mesi per Guido Legname; quattro anni ad Emanuele Puccio; due anni e sei mesi a Manuele Rolla; due anni a Melchiorre Scerra; due anni a Gaetano Davide Trainito; tre anni ad Orazio Tosto. Conferme sono arrivate per Rosario Perna, a due anni di reclusione, e Loreto Saverino, a tre anni. Tra i difensori che si sono rivolti ai giudici di Cassazione, ci sono inoltre gli avvocati Flavio Sinatra, Carmelo Tuccio e Antonio Impellizzeri.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here