Non era una casa famiglia abusiva, cadono accuse a titolare: controlli in struttura via Belgio

 
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Gela. Cinque anni fa, con una perquisizione delle forze dell’ordine, l’attività nella struttura venne fermata. Secondo quanto emerse, la casa famiglia di via Belgio, a Caposoprano, non era in regola. Sarebbe stata priva delle necessarie autorizzazioni. Adesso, però, il referente della struttura, finito a processo, è stato assolto. La decisione è arrivata nei confronti di Cristian Fugallo. Al termine dell’istruttoria dibattimentale, il pm Sonia Tramontana ne ha chiesto la condanna a due mesi di reclusione, ritenendo fondate le violazioni. La difesa, sostenuta dall’avvocato Giuseppe Condorelli, ha però provato che non ci fu nessuna irregolarità né l’inosservanza di un regio decreto del 1934, contestata all’imputato. Come spiegato in aula da due operatrici comunali, per l’avvio di case famiglia come quella di via Belgio non c’era la necessità di un’autorizzazione prefettizia.

La struttura, quindi, era in regola con la normativa che definisce il settore. Fugallo aveva anche inoltrato istanza al Suap del Comune, così da comunicare l’inizio dell’attività.

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