Non erano prestiti usurai, assolto Mondello: due imprenditori lo accusarono

 
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Gela. Non fu usura. Il collegio penale del tribunale ha emesso una sentenza di assoluzione in favore di Rocco Mondello, ex titolare di una stazione di servizio, in via Cascino. I pm della procura gli contestavano di aver garantito soldi a strozzo a due imprenditori, che in quel periodo pare attraversassero una crisi di liquidità. A fine febbraio, al termine della sua requisitoria, il pm Luigi Lo Valvo aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione, ritenendo provate le contestazioni mosse all’imputato. Spiegò che Mondello si sarebbe sempre mosso attraverso assegni, evitando bonifici tracciabili. I due imprenditori che si dissero vittime di usura si sono costituiti parti civili. I fatti risalgono a tredici anni fa e in quel periodo Luca Callea era impegnato anche nel servizio rifiuti per conto del Comune. Il suo legale, l’avvocato Stefania Valente, ha chiesto la condanna di Mondello, sostenendo la posizione della procura. Dalla pronuncia del collegio, però, sembra emergere una realtà diversa da quella che ha condotto Mondello a processo e che sconfessa la posizione delle possibili vittime. Parte civile, con l’avvocato Maurizio Scicolone, era anche uno dei titolari del gruppo della famiglia Migliore, che a sua volta ammise di essere stato vittima di usura. I legali dell’imputato, gli avvocati Antonio Gagliano e Dionisio Nastasi, hanno del tutto rivisto la ricostruzione fornita dall’accusa e dalle parti civili. Hanno ribadito l’assoluta regolarità dei rapporti tra l’ex titolare della stazione di servizio e i due imprenditori.

Non ci sarebbero mai state richieste di interessi usurari e sono stati prodotti i documenti bancari e contabili a supporto delle operazioni che riguardarono i tre. Lo stesso Mondello, sentito in aula, ha negato di aver imposto il pagamento di interessi a strozzo ai due imprenditori, che invece si sarebbero spesso riforniti nella stazione di servizio di via Cascino, così come molti altri imprenditori attivi in città in quel periodo. Ora, le parti attendono le motivazioni della decisione letta in aula dal presidente Miriam D’Amore.

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