“Non esistono bollette pazze…calcoli analitici”, Caltaqua replica: “Anche i sindaci sapevano del conguaglio”

 
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Gela. Per Caltaqua non ci sono “bollette pazze”, che in alcuni casi toccano la cifra di duemila euro, anzi la società spiega di aver restituito “poco oltre un milione di euro”, a titolo di conguaglio, agli utenti che ne avevano diritto. Il gruppo cerca di giustificare gli aumenti costanti che pesano enormemente su utenti, che non ottengono un servizio efficiente. “La componente tariffaria è stata riportata nelle fatture del terzo trimestre 2019 ed è scaturita per effetto dei ricalcoli effettuati dalla società anche sulla base della differenza tra i corrispettivi fatturati nell’anno 2018 con la previgente articolazione tariffaria e la nuova articolazione tariffaria approvata con la delibera commissariale dell’Autorità d’Ambito di Caltanissetta n. 27 del 15/10/2018 – si legge in una nota ufficiale – nel rispetto del dettato normativo dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera). E’ doveroso puntualizzare che l’Arera è un organismo indipendente, istituito con la legge 14 novembre 1995 n. 481 con il compito di tutelare gli interessi dei consumatori “. Per i manager dell’azienda italo-spagnola, probabilmente consci del malcontento dilagante, è tutto in regola e certificato. “A differenza degli anni precedenti in cui il conguaglio era il risultato della linearizzazione dei consumi rilevati nel corso dell’anno, quest’anno è stato interessato anche da una modifica della struttura dell’articolazione tariffaria, e quindi oltre agli aspetti legati ai consumi annuali bisogna tenere in considerazione il numero dei componenti della singola unità abitativa – continua la nota – preme sottolineare che la nuova articolazione tariffaria è stata sottoposta da parte dell’Ato Idrico, prima della sua approvazione definitiva, a tutti i sindaci della provincia di Caltanissetta ed alle associazioni dei consumatori per le valutazioni di competenza”. Anche i sindaci erano a conoscenza delle tariffe aumentate. I reclami che arrivano dall’utenza dovranno essere fondati, per aspirare ad un eventuale rimborso. “L’applicazione ha interessato una larghissima fetta dell’utenza censita, e quasi per il 75 per cento è stata a favore dell’utente, quindi tra rimborsi all’utenza e fatturazione di conguagli positivi la società ha già provveduto a rimborsare agli utenti della Provincia di Caltanissetta oltre un milione di euro. I casi di conguaglio positivo sono di diversa natura, come ad esempio l’impossibilità per un arco di tempo prolungato di procedere alla rilevazione dei consumi effettivi per via del mancato agevole accesso ai vani contatori, le dichiarazioni non veritiere da parte degli utenti in ordine al numero delle unità abitative e quindi dell’effettivo numero dei componenti del nucleo familiare, nonché la mancata comunicazione dell’aggiornamento di dati utilizzati come parametri per la formazione della tariffa – continuano dagli uffici dell’azienda – proprio in considerazione del fatto che le motivazioni per le quali è stato riportato in bolletta un conguaglio 2018 positivo, sono diverse tra le di loro, Caltaqua comunica che non terrà conto di reclami inviati massivamente senza alcuna motivazione legittima. La società è sempre disponibile a valutare eventuali casi puntuali e a concedere piani di rientro qualora l’importo da pagare si dovesse discostare dalla media dei pagamenti periodici effettuati dall’utente”.

La linea è chiara, almeno per l’azienda, non ci sarebbero anomalie di nessun genere. “Il gestore sottolinea ulteriormente che l’importo contenuto nelle bollette deriva da calcoli analitici, cui il gestore deve attenersi, in base all’articolazione tariffaria ed alla tariffa vigente approvata dall’ATO Idrico di Caltanissetta, frutto di un meccanismo che discende dalle disposizioni dell’Autorità nazionale Arera, in questo caso sulla base della delibera 665/2017/R/IDR (TICSI) – conclude la nota – pertanto Caltaqua desidera rimarcare e richiamare l’attenzione sul fatto che non sono state emesse bollette cosiddette “pazze” come alcuni vorrebbero far credere all’utenza solo allo scopo di attirare consensi e di strumentalizzare l’opinione pubblica”. Nelle ultime ore, l’assessore regionale Alberto Pierobon ha però chiesto alla commissione tecnica, composta da sindaci e commissario dell’Ato Cl6, di emettere una decisione chiara sull’eventuale risoluzione del contratto.

3 Commenti

  1. Caltaqua per anzi di vessare gli utenti che pagano cara l’acqua, farebbe bene a cercare i morosi che hanno gli allacci abusivi, in quanto la sua politica e’ di far pagare a quelli che onesti i morosi.

  2. Caltaqua vuol far credere che tutto è fatto secondo le regole contrattuali,Staremo a vedere chi avra ragione o torto. Ma una domanda mi preme fare : ma l’acqua che è uscita di vari colori dai rubinetti sicuramente non potabile chi risarcisce gli utenti? Sicuro che a questa domanda non ci sarà risposta
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