“Non ha visto l’amico che inveiva durante controlli”, assolto giovane accusato di falsa testimonianza

 
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Gela. Era a bordo dell’automobile quando l’amico, fermato dalle forze dell’ordine, reagì, inveendo e tentando di evitare i controlli. Non avrebbe avuto modo di capire cosa stesse accadendo e così un giovane operaio è stato assolto dal giudice Miriam D’Amore. Era accusato di aver dichiarato il falso, sostenendo di non sapere nulla delle intemperanze dell’amico, sottoposto ai controlli da parte delle forze dell’ordine. L’avvocato Davide Limoncello, suo difensore di fiducia, in aula è riuscito a dimostrare come in effetti l’imputato non ebbe contezza dell’intera dinamica dei fatti. Era a bordo dell’automobile, insieme ad almeno due ragazze, che in effetti hanno spiegato che non si sarebbe potuto accorgere di quello che intanto maturava a poca distanza.

Il pm Pamela Cellura ha ritenuto fondata l’accusa di falsa testimonianza e ha chiesto la condanna ad un anno e sei mesi di reclusione. Il giudice D’Amore, invece, ha accolto la tesi difensiva, emettendo una decisione favorevole all’imputato.

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