Non passa la Tari, in aula rimangono solo i 5 stelle e Un’Altra Gela: scoppia il caso dell’auto da rimuovere

 
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Gela. Non passa la Tari dell’amministrazione comunale. Solo dieci consiglieri in aula al momento del voto e numero legale non raggiunto. “Amministrazione bugiarda!”.  Sì, comunque, è stato detto dai cinquestelle Simone Morgana, Virginia Farruggia, Sara Cavallo e Vincenzo Giudice oltre che dagli esponenti di Un’Altra Gela Anna Comandatore e Salvatore Sammito. Il no, invece, è arrivato dal cinquestelle Angelo Amato e dai consiglieri di Un’Altra Gela Vincenzo Cascino e Salvatore Farruggia. Hanno lasciato l’aula tutti gli altri gruppi, a cominciare dal Partito Democratico. “Nessuno ha mai detto che siete cattivi – è intervenuto prima di abbandonare l’aula il capogruppo Pd Giuseppe Ventura – siete solo bugiardi. Davanti a costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti invariati rispetto allo scorso anno, volete comunque aumentare le tariffe. In ogni caso, ringraziamo il sindaco per essere stato sempre assente in aula”. Il consigliere del Polo Civico Guido Siragusa, senza mezzi termini, ha criticato l’atteggiamento assunto non solo dalla giunta ma anche dal dirigente Patrizia Zanone. “Lei – ha detto rivolgendosi proprio alla dirigente – in pochi mesi ci ha fatto pervenire tre piani finanziari diametralmente opposti. Sta appoggiando la scelta politica del Movimento 5 stelle”. In ballo, infatti, sono rimasti i costi complessivi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. L’amministrazione comunale rappresentata in aula dal vice sindaco Simone Siciliano e dall’assessore al bilancio Fabrizio Morello ha presentato un emendamento di assestamento dei costi, concentrati intorno ai nove milioni di euro. Parere negativo sia dal dirigente Zanone che dal collega Alberto Depetro è arrivato invece sulla proposta d’emendamento avanzata dal democratico Vincenzo Cirignotta che mirava a modificare la percentuale del tasso di produttività del servizio di modo da poter abbassare le aliquote. Un no che ha suscitato la reazione dell’intero gruppo di centro sinistra che ha, appunto, scelto di abbandonare l’aula. Una commissione d’inchiesta sul caso rifiuti e sulla gestione amministrativa dei costi è stata chiesta da Vincenzo Cascino di Un’Altra Gela e dal grillino Angelo Amato che ha insistito sulla presenza di dati falsi nel piano finanziario portato in aula.

Un nuovo debito fuori bilancio. I componenti del collegio dei revisori dei conti hanno confermato l’aumento dei costi del servizio di raccolta causato dal mancato inserimento d circa due milioni di euro relativi al conferimento nella discarica Timpazzo. “Non votando l’atto – ha spiegato l’assessore Morello – verrà a prodursi un nuovo debito fuori bilancio da tre milioni di euro che si aggiungerà ai due milioni relativi al mancato inserimento dei costi di discarica”. Alla fine, però, in aula sono rimasti solo i consiglieri del Movimento 5 stelle e quelli di Un’Altra Gela. I banchi sono stati abbandonati anche dai consigeiri di Gela Città, fortemente contrariati dalla’ssenza di risposte da parte di dirigenti e amministrazione, di Reset e Forza Italia.  Di “scelta sofferta ma necessaria per garantire un miglioramento del servizio” hanno parlato i grillini Simone Morgana e Vincenzo Giudice. L’indipendente Carmelo Casano non ha risparmiato critiche, non troppo velate, rispetto all’operato del collegio dei revisori dei conti. “Non capisco tutti questi numeri ballerini – ha detto – alla fine, chi paga davanti alla Corte dei conti siamo sempre noi. Io non ci sto più al gioco delle tre carte. Non siamo pupi seduti in quest’aula”.

Il caso dell’automobile del vice presidente del consiglio. La seduta si era aperta subito con un violento attacco verbale del consigliere democratico Salvatore Gallo che ha denunciato il tentativo da parte del sindaco Domenico Messinese, non presente in aula, di far rimuovere l’auto del vice presidente del consiglio Maria Pingo, parcheggiata a pochi passi da Palazzo di Città. “Non siete degni del ruolo che rivestite”, ha detto rivolgendosi soprattutto al vice sindaco Siciliano. Il vice presidente Pingo avrebbe scelto di parcheggiare in una zona non consentita a causa del fatto che i parcheggi destinati ai diversamente abili erano stati occupati da auto non autorizzate. “Vi dovreste solo vergognare”, ha aggiunto Gallo.  

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