Non solo l’Ici, mancano i canoni demaniali sulle piattaforme di Eni: per Riscossione “situazione grave”

 
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Gela. Le piattaforme del gruppo Eni presenti lungo la costa locale rimangono un grosso punto interrogativo, soprattutto quando si parla di pagamenti non solo dell’Ici ma anche dei canoni demaniali. I canoni demaniali sulle piattaforme. Adesso, dopo che la giunta comunale ha già provveduto a presentare un ricorso in Cassazione per ottenere pagamenti Ici mai versati da Eni, anche Riscossione Sicilia ha messo gli occhi sull’intera vicenda. In ballo, però, c’è il mancato pagamento dei canoni demaniali dovuti dalla multinazionale alla Regione. Nelle scorse settimane, un gruppo speciale di funzionari di Riscossione Sicilia, compresi Sergio Tufano e Glacia Gambino, ha acquisito l’intera documentazione direttamente negli uffici locali di Eni. Il presidente di Riscossione Antonio Fiumefreddo, intervistato dal fattoquotidiano.it, è ancora più drastico. Dopo le prime verifiche, infatti, ha parlato di una “situazione particolarmente grave e cioè la posizione di sostanziale e di fatto di esenzione contra legem delle piattaforme petrolifere”. Posizione assunta dopo l’accesso negli uffici del gruppo Eni in città. Da almeno sei anni, nessuno avrebbe mai chiesto alle compagnie petrolifere, compresa Eni, di pagare i canoni. In città, i mancati introiti per Riscossione Sicilia ammonterebbero a circa sei milioni di euro. Non solo Eni, ovviamente, ma anche diversi lidi balneari. Per i funzionari di Riscossione Sicilia, i canoni demaniali vanno pagati anche rispetto alle piattaforme collocate in mare. Da Eni assicurano che la situazione dei pagamenti è regolare. Fanno sapere di avere consegnato il materiale richiesto garantendo un riscontro puntuale, dall’autorizzazione demaniale alla copia della quietanza.

“Sull’Ici qualcosa si muove a livello ministeriale”. Intanto, sul fronte Ici, invece, le posizioni dell’amministrazione comunale e del gruppo del cane a sei zampe sono sostanzialmente immutate. Per la giunta e per l’assessore Fabrizio Morello, l’Ici va pagata anche sulle piattaforme: all’appello, così, mancherebbero tre milioni e mezzo di euro. Tesi esclusa dal gruppo multinazionale e dai suoi legali. Adesso, la questione dovrebbe essere trattata dalla Corte di Cassazione dopo che Eni ha comunque avuto verdetti favorevoli sia dalla commissione tributaria di Caltanissetta sia da quella regionale di Palermo. “In realtà – dice proprio l’assessore Fabrizio Morello – sembra che a livello ministeriale qualcosa si stia muovendo rispetto al riconoscimento del pagamento Ici anche sulle piattaforme. Se dovesse arrivare un provvedimento in tal senso, potremmo rinunciare al ricorso in Cassazione che, comunque, è già stato depositato e rimane valido a tutti gli effetti”. 

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