“Non volevo uccidere”, Paolo Di Giacomo parla davanti al gip: pm chiede conferma misure

 
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La contesa è iniziata all'interno del bar della stazione di servizio

Gela. Non voleva uccidere, ma davanti alle ferite riportate dalla sorella e dagli amici, coinvolti nella rissa alla stazione di servizio “Gb oil”, ha estratto la 7,65 con matricola abrasa e silenziatore facendo fuoco in direzione dei licatesi Michele Cavaleri, rimasto gravemente ferito, e Salvatore Cavaleri. Il trentaquattrenne Paolo Quinto Di Giacomo ha rilasciato dichiarazioni spontanee al gip Silvia Passanisi, che lo ha sentito per l’interrogatorio di garanzia. Ha ammesso di aver sparato. Sarebbe stato il fratello Eliseo Di Giacomo, a sua volta arrestato, ad avvisarlo di quanto era accaduto. Paolo Quinto Di Giacomo, rappresentato dall’avvocato Carmelo Tuccio, avrebbe spiegato al giudice di essersi armato per difesa e di aver sparato solo dopo aver avuto contezza della situazione e delle condizioni della sorella, del compagno della donna e degli altri presenti. Avrebbe mirato ai fianchi di Cavaleri, ma ha ribadito di non aver avuto intenzione di uccidere. Secondo quanto ricostruito da carabinieri e poliziotti, presenti sul posto, e dai pm, Salvatore Cavaleri, rimasto illeso, avrebbe poi aggredito con una spranga il trentaquattrenne che ha sparato, mentre i carabinieri provvedevano ad ammanettarlo. Anche i militari hanno subito ferite. Un colpo ha raggiunto, di striscio, un operatore del 118, intervenuto per le prime cure dei feriti. Davanti al gip, si sono presentati tutti i coinvolti nella rissa (ad eccezione di Michele Cavaleri che verrà sentito domani in ospedale dove è ricoverato), raggiunti da provvedimento di custodia cautelare in carcere. Oltre che per Eliseo Di Giacomo, Michele Cavaleri e Salvatore Cavaleri, l’arresto è stato disposto per Giusy Di Giacomo (sorella di Paolo Quinto), Giuseppe Nisellino (compagno della donna), Angelo Voddo, Alessandro Di Michele, Paolo Biundo e Mihaela Stefania Fanita.

I gelesi coinvolti hanno risposto alle domande, sostenendo di essere stati provocati e poi aggrediti dai Cavaleri e dalla cittadina romena Mihaela Fanita, che a loro volta avrebbero riferito di essere stati provocati. Giusy Di Giacomo e Giuseppe Nisellino, difesi dagli avvocati Carmelo Tuccio e Davide Limoncello, hanno fornito la loro versione, raccontando di essersi dati appuntamento al “Gb oil”, in vista delle nozze che si sarebbero dovute celebrare oggi. Entrambi pare avessero festeggiato. Secondo quanto emerso, sarebbero arrivati pesanti apprezzamenti dai Cavaleri e in pochi istanti sarebbe iniziato un violento parapiglia, con feriti e danni al locale. Poi, l’arrivo di Paolo Quinto Di Giacomo e gli spari hanno reso la contesa ancora più grave. Gli altri coinvolti gelesi, che hanno respinto gli addebiti, sostenendo di essersi difesi, sono rappresentati dagli avvocati Rosario Prudenti, Raffaela Nastasi, Tommaso Vespo e Giovanni Cannizzaro. Il pm Mario Calabrese ha chiesto la conferma dei provvedimenti per tutti i coinvolti, ribadendo la gravità di quanto accaduto. A Paolo Quinto Di Giacomo, oltre al tentato omicidio, viene contestata la detenzione dell’arma. Ci sarebbe anche un altro licatese, attualmente ricercato, che avrebbe preso parte alla contesa. Nelle prossime ore, potrebbero arrivare le determinazioni del gip.

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