Nuovo compostaggio, progetto da 10 milioni: “Anche fanghi trasformati in fertilizzanti”

 
0

Gela. L’amministrazione comunale, nonostante le dimissioni dell’ex assessore Grazia Robilatte (che ha spinto per il progetto), pare intenzionata ad arrivare fino in fondo, così da avere un impianto di compostaggio dei rifiuti, di proprietà esclusiva. Anche prima della sosta estiva, ci sono stati incontri tra dirigenti, tecnici e sindaco. Al tavolo, anche Fabrizio Nardo, il chimico industriale, che opera da anni nel settore, al quale è stato affidato l’incarico di redigere uno studio di fattibilità, già depositato. Palazzo di Città punta sulla tecnologia di Nardo per realizzare l’impianto. Adesso, si tenterà di ottenere le somme necessarie. Il progetto è da circa dieci milioni di euro, per un impianto da 50mila tonnellate all’anno. Probabilmente, potrebbe esserci l’intervento di Cassa Depositi e Prestiti. Le somme verrebbero sbloccate, per poi essere successivamente coperte con un piano di ammortamento. Inizialmente, era stata considerata anche la possibilità di usare somme delle compensazioni minerarie. Tra i dati forniti nello studio di fattibilità, si fa riferimento ad un guadagno netto per anno di circa tre milioni di euro. Un investimento che secondo i dati forniti, consentirebbe all’amministrazione comunale di evitare emergenze sul fronte dei rifiuti, come accade invece in questa fase a causa di una portata molto limitata dell’impianto Ato di Brucazzi, mentre anche la “Impianti Srr” sta cercando di capire se ci siano gli spazi per andare a gara e avere un nuovo sistema mobile per l’organico. Nello studio di fattibilità, si apre all’uso del nuovo impianto anche per la lavorazione dei fanghi. “Verrebbero trasformati in fertilizzanti organici – spiega Nardo – vogliamo stringere accordi con gli operatori del settore agricolo locale e in questo modo rafforzare il concetto di economia circolare, con rifiuti zero”.

Il costo complessivo dell’impianto sarebbe comunque inferiore di almeno un terzo rispetto a quello che era previsto nei piani della Srr, ma con una capacità di ventiduemila tonnellate all’anno. Oltre al finanziamento delle somme, toccherà poi alla Regione pronunciarsi e dare il via libera. Nardo ha avuto un confronto con il responsabile della Riserva Orientata Biviere Emilio Giudice. Già lo studio di fattibilità prevede infatti l’osservanza di tutte le linee del piano di gestione e di quello di risanamento. Una delle aree indicate è già stata scartata, proprio perché avrebbe rischiato di non rispettare questi strumenti normativi. Rimangono due altri siti, che rientrano tra le aree ex Asi.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here