Ok tariffe Tari, scontro aperto in aula: Greco, “basta attacchi dai trasformisti e dal Pd”

 
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Greco in aula consiliare

Gela. Gli undici di maggioranza hanno approvato anche il provvedimento sulle tariffe Tari. Questa volta, a differenza del Pef, senza il centrista Salvatore Incardona, che ha lasciato i lavori ufficialmente per impegni personali anche se la sua posizione tra i pro-Greco sembra poter aprire qualche riflessione in più. Sulle tariffe Tari è stata piena bagarre tra gli alleati del sindaco e il drappello di opposizione. Alla fine, sono stati cinque i voti contrari, tutti espressi per forti perplessità rispetto alle tariffe portate in aula dall’amministrazione comunale. I consiglieri Paola Giudice, Pierpaolo Grisanti, Vincenzo Casciana, Gabriele Pellegrino e Alessandra Ascia, hanno tutti chiesto lumi sul rispetto del contratto e su quelle che ritengono tariffe non in linea con un servizio rifiuti carente. La diatriba si è subito aperta. Il capogruppo di “Un’Altra Gela” Giuseppe Morselli non ha mancato di richiamare quella che fu la gestione rifiuti del Pd, quando era sindaco l’avvocato Angelo Fasulo, per contestare la posizione del dem Gaetano Orlando, che a sua volta si è schierato per il no alle tariffe Tari. Per Morselli, già in quella fase ci furono pecche legate alla pulizia, con il passaggio dalla differenziata con i cassonetti a quella porta a porta. Nel corso del dibattito sono ritornati anche i costi in più legati ai servizi aggiuntivi. Orlando ha respinto gli addebiti. “La mia corrente, all’interno del Pd, è entrata solo negli ultimi diciotto mesi di quell’amministrazione – dice – vorrei ricordare che il consigliere Morselli era in lista con Fasulo”. Orlando, riferendosi alla situazione attuale, ha indicato “una città più sporca e tariffe aumentate”. Considerazioni respinte dalla maggioranza. “Sembra quasi che tutti siano smemorati – ha invece attaccato il consigliere comunale di “Impegno Comune” Valeria Caci – le critiche arrivano da un consigliere del Pd e da un ex consigliere dello stesso partito, su tariffe che sono legate ad un pef che risale al periodo del loro ex assessore”. Anche i forzisti hanno sostenuto sia il piano economico finanziario sia le tariffe. “Nessun aumento”, così ha voluto ribadire l’assessore Romina Morselli, che è anche consigliere comunale. Il dirigente Alberto Depetro ha più volte posto l’accento sulla modifica della normativa in materia e ha comunque indicato tariffe in linea con quelle degli anni precedenti. Il sindaco Lucio Greco, ancora una volta, non ha usato mezze misure. “Basta con questi teatrini, da parte dei soliti consiglieri di opposizione – ha detto – conoscono tutte le risposte alle domande che pongono, ma vogliono comunque strumentalizzare solo per gettare fango su quest’amministrazione comunale. Tutti sappiamo che la città non è pulita, ma non ci sono più i cumuli di un tempo e quest’amministrazione non ha mai caricato i conti del Comune con i costi aggiuntivi, come si è fatto in passato. Anche i quattordici milioni che il tribunale delle imprese ha riconosciuto all’Ato non sono certo addebitabili alla nostra amministrazione. Sono stanco dei trasformisti, che prima erano in maggioranza e ora ci attaccano dall’opposizione. Vengono e vanno. Su questi temi non accetto attacchi dal Pd”.

Proprio su questo punto, il capogruppo di “Una Buona Idea” Davide Sincero ha a sua volta segnalato l’eccessiva tendenza al “trasformismo”, rispondendo all’ex consigliere comunale di maggioranza Vincenzo Casciana. “Noi però ce ne siamo andati dalla maggioranza lasciando le poltrone e non cercandole”, ha replicato lo stesso Casciana. I toni si sono fatti sempre più concitati, con un vibrante confronto verbale tra il consigliere Giudice, il sindaco Greco e alcuni esponenti di maggioranza. “Se non fosse stato per questa maggioranza coesa e compatta, anche questa volta i giochetti dell’opposizione avrebbero potuto far pagare un caro prezzo a molte categorie produttive”, ha aggiunto Greco. La maggioranza, che continua a soffrire di numeri che non danno garanzie assolute, si è ritrovata per il rotto della cuffia, a pochi giorni dalla scadenza dei termini per l’approvazione del Pef e della Tari. Gli undici hanno retto in aula, anche se la verifica continua a sembrare quasi indispensabile, ora con l’aggiunta dei tentennamenti del centrista Incardona. La prossima prova del nove si avrà con gli atti finanziari.

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