Omicidio Bellomo, le parti civili: le nuove prove incastrano Cafà

 
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Gela. “Ci sono tutti gli elementi per riformare la sentenza di primo grado. Cafà va condannato all’ergastolo”. Le parti civili, rappresentate dai legali Salvo Macrì e Nicoletta Cauchi, si sono associate alla richiesta del procuratore generale Asaro, che ha sollecitato la condanna all’ergastolo per Giuseppe Domenico Cafà.

In quasi tre ore di discussione i due legali hanno spiegato perchè il presunto assassino di Luciano Bellomo va condannato. Intanto perchè rispetto alla sentenza di primo grado sono emersi elementi nuovi. Ad esempio le dichiarazioni di Massimo Billizzi, che per un periodo fu recluso nello stesso carcere con Cafà. “Se lo meritava, e io spero di farla franca”. Questo avrebbe detto l’imputato a Billizzi. Quasi una ammissione di colpa.

“E se anche non fosse vero – si è chiesto l’avvocato Macrì -che motivo aveva di dire che Bellomo meritava di essere ucciso? Ha detto di non conoscerlo”. Tra gli altri elementi anche la presenza di particelle di polvere da sparo sulla mano. Cinque ore dopo l’omicidio la presenza di tracce sul metacarpo sono una prova tangibile, che va “oltre il ragionevole dubbio” espresso dalla corte d’Assise in primo grado.

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