Omicidio Sequino, in giudizio su intercettazioni “Donne d’onore”: “Valutarle tutte”

 
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Sequino fu ucciso in pieno centro storico

Gela. Il contenuto delle intercettazioni, effettuate nel corso dell’inchiesta “Donne d’onore”, è stato ancora al centro di richieste e valutazioni, davanti ai giudici della Corte d’assise di Caltanissetta. Nicola Liardo, il figlio Giuseppe Liardo e Salvatore Raniolo, sono accusati dell’omicidio del tassista Domenico Sequino. E’ stata acquisita la perizia sulle intercettazioni del procedimento “Donne d’onore” e su richiesta della Dda è stato dato un incarico anche per trascrivere il contenuto di altre intercettazioni, sempre legate alla stessa inchiesta. Il blitz “Donne d’onore” toccò la famiglia Liardo e venne condotto al termine di una lunga indagine su droga ed estorsioni. Da alcune conversazioni, captate in carcere, sarebbero emersi i primi sospetti degli investigatori su un possibile coinvolgimento dei Liardo nell’omicidio Sequino. Per gli inquirenti, la vittima avrebbe pagato con la vita per una contesa economica, sorta con gli imputati. A sparare, secondo le accuse, fu Raniolo, spalleggiato da un complice, ad oggi non individuato. Ad organizzare l’agguato e ad ordinarlo sarebbero stati proprio i Liardo. Entrambi, in videocollegamento, hanno chiesto alla Corte d’assise che si faccia chiarezza sulle intercettazioni, effettuando un controllo accurato, senza limitare la perizia. Nicola Liardo, assistito da un esperto informatico (il dottor Gabriele Pitzianti), ha espressamente chiesto una perizia fonica. Gli imputati si sono sempre difesi negando di aver ordinato ed eseguito l’omicidio. Si sono detti estranei. Per le difese, sostenute dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Davide Limoncello e Antonio Gagliano, anche le conversazioni intercettate in carcere non riguarderebbero l’agguato a Sequino.

Per questa ragione, i legali hanno chiesto di valutare e trascrivere tutte le parti delle intercettazioni, risultate incomprensibili. Il confronto tra le parti processuali è andato avanti durante l’udienza. La famiglia Sequino, fin dall’inizio dell’indagine, ha seguito tutte le fasi. I familiari del tassista ucciso in centro storico sono costituiti parti civili, assistiti dall’avvocato Salvo Macrì. In aula, si tornerà a novembre.

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