Operazione “Sole Nero”: in manette quattro pregiudicati affiliati a cosa nostra

 
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Caltanissetta. Quattro persone sono state arrestate dalle sezioni criminalità organizzata delle squadre mobili di Caltanissetta ed Enna coordinate dalla Dda Caltanissetta al termine dell’operazione denominata “Sole Nero” .

In manette sono finiti  Giuseppe Maurizio Nicosia, pregiudicato di 49 anni con precedenti per traffico e spaccio di stupefacenti, Giuseppe Torrisi,  agronomo catanese di 46 anni con precedenti per reati finanziari e falso, Michele Cammarata, 48 anni, residente a Enna, allevatore ed imprenditore agricolo con vari precedenti penali, infine Giuseppe Fascetto, 44 anni di Leonforte anch’egli con vari precedenti penali.

Tutti e quattro gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione ed usura.

Maurizio Nicosia, in particolare, è accusato di associazione mafiosa, nonché di usura in concorso e di estorsione ai danni di un imprenditore agricolo di Catania, con le aggravanti di aver fatto parte di un’associazione armata avente disponibilità di armi ed esplosivi. Gli altri arrestati, invece, sono accusati di usura ed estorsione in concorso con il Nicosia, sempre ai danni dell’imprenditore catanese..

Le indagini,  iniziate all’indomani della cattura del latitante gelese Daniele Emmanuello, già capo della consorteria di cosa nostra di Gela, hanno permesso di accertare come la latitanza di Emmanuello fosse di fatto supportata anche da uomini dei clan mafiosi di cosa nostra di Villarosa e di Vallelunga Pratameno.

Un primo riscontro di tali attività investigative circa l’appoggio logistico della famiglia mafiosa di Villarosa al clan di cosa nostra di Gela, è stato l’arresto in flagranza  di Roberto La Paglia, vivandiere del latitante Daniele Emmanuello e personaggio strettamente legato allo stesso Maurizio Nicosia.

L’avvento criminale della famiglia Nicosia a Villarosa e l’avvicinamento di  Maurizio Nicosia alla famiglia Emmanuello, è stata inoltre confermata dalle testimonianze di diversi collaboratori di giustizia, in particolare dagli ex-affiliati Carmelo Barbieri e Crocifisso Smorta, e da quelle del neo collaboratore Haj Hassine Ridha.

I risultati delle indagini hanno messo inoltre in rilievo le capacità di Maurizio Nicosia, il quale reinvestiva i capitali di origine criminale in attività economiche diversificate, in un’ottica di moderna gestione delle risorse. Inoltre, la cosca mafiosa oggetto di indagini, mostrava di sapersi espandere anche in settori di interesse criminale finora ritenuti “sconvenienti” per gli affiliati a cosa nostra, in particolare nel campo dell’usura.

Le investigazioni hanno svelato come gran parte dei profitti illeciti provenisse proprio da tale attività criminale, condotta anche in altre provincie ricorrendo all’occorrenza, per riscuotere i crediti, ai metodi classici delle organizzazioni mafiose quali la minaccia e l’attentato intimidatorio.

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