Morgana: “Il randagismo non è solo Gattano, interdire non significa saper programmare”

 
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Gela. Anche l’amministrazione Greco mostra incapacità a fronteggiare l’emergenza randagismo. È quanto evidenzia Simone Morgana, il grillino candidato sindaco alle recenti amministrative e presidente della Fiab, intervenuto sull’ordinanza emessa dal primo cittadino Lucio Greco che, come il suo predecessore Domenico Messinese, sfiduciato a settembre di un anno fa dal consiglio comunale, vieta il transito nell’area a ridosso del torrente Gattano e nelle stradine adiacenti con lo scopo di arginare il preoccupante fenomeno delle aggressioni da cani randagi. “Interdire un’area non è sufficiente – dice – servono interventi immediati in una situazione emergenziale, perché il contrasto al randagismo non è stato fatto. Abbiamo due situazioni pericolose. Non solo la tutela delle persone, ma anche quella degli animali. Non possiamo permettere soluzioni estreme, quasi ai limiti della soluzione personale”. Morgana preferisce mettere da parte il suo ruolo politico, oggi ridimensionato a semplice attivista, ma non esita a puntare l’indice accusatorio contro l’ordinanza emessa da Greco. “Il problema è molto più grosso, non solo il Gattano, ma anche Femmina Morta, Montelungo, l’intero quartiere di Macchitella, con la gente che è totalmente in pericolo – dice ancora – il branco ha raggiunto dimensioni notevoli”.

Il presidente Fiab denuncia anche il costante pericolo per i ciclisti, quasi impossibilitati a pedalare sul percorso naturale di Montelungo. “Interdire l’area del Gattano non significa saper fare programmazione né aver capito i meccanismi di governo della città. Politicamente, non condivido la scelta. Bisogna studiare con attenzione quello che è stato fatto fino ad oggi, anche con l’azienda che si occupa del servizio. Valutare gli obblighi e i rinnovi contrattuali che ci sono stati”.

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