“Ore di straordinario regolari”, assolti l’ex direttore generale e dipendenti comunali

 
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Gela. Nessuna violazione sugli straordinari, effettuati da dipendenti comunali, all’epoca dei fatti in servizio nello stesso settore, a Palazzo di Città. Il giudice Martina Scuderoni ha disposto l’assoluzione per otto imputati, tra questi anche l’ex direttore generale del municipio, l’ingegnere Renato Mauro. Il dispositivo, a conclusione del dibattimento, è stato letto dal magistrato, che ha pronunciato una decisione favorevole nel merito agli imputati, come chiesto dalle difese. Oltre a Mauro, erano a processo Rosaria Bevilacqua, Patrizia Bucceri, Luigi Buttiglieri, Lucia Severini, Salvatore Lombardo, Silvia Triberio e Grazia Catavorello. Il giudice non ha individuato anomalie nel conteggio delle ore di lavoro straordinario e nelle retribuzioni assegnate. Le difese, già in fase di indagine e nel corso del lungo dibattimento, hanno portato in aula elementi a sostegno degli imputati, sottolineando come le ore di lavoro straordinario, in quel periodo, venissero calcolate, attraverso fogli di presenza e non tramite badge elettronici, invece attivati solo successivamente, anche per le attività in orari extra. Gli imputati, che hanno ribadito la piena legittimità delle loro prestazioni lavorative in Comune, nel periodo valutato dai militari della guardia di finanza erano in servizio anche alla direzione generale dell’ente, poi soppressa. Anche nel corso delle loro conclusioni, i legali degli imputati hanno parlato di un processo che non sarebbe neanche dovuto partire, non sussistendone i presupposti. A denunciare presunte violazioni fu il presidente dell’associazione “Aria Nuova” Saverio Di Blasi. La stessa associazione, però, non è stata ammessa nel dibattimento, come parte civile. L’ipotesi avanzata dall’accusa era di truffa.

La segnalazione, giunta ai militari della guardia di finanza, secondo i legali non avrebbe avuto veri riscontri pratici, dato che gli straordinari venivano regolarmente svolti e segnati. Una linea confermata dagli avvocati Giacomo Ventura, Giuseppe Cascino, Giuseppe Condorelli, Claudio Cricchio e Maria Cascino. Il pubblico ministero Tiziana Di Pietro ha concluso chiedendo il non doversi procedere, per la prescrizione ormai maturata. Le difese, invece, hanno chiesto una pronuncia nel merito, confermando l’assenza dei presupposti di reato.

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