Orrore a Vittoria: ferma con un pretesto una ragazza ma la sequestra e violenta

 
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Vittoria. Ha dell’incredibile quanto avvenuto a Vittoria una settimana fa, e venuto a galla soltanto oggi con l’arresto di un giovane ritenuto autore di violenza sessuale,rapina e sequestro di persona. Una vicenda orribile, che ha visto vittima una 26enne vittoriese, violentata il 2 settembre per ore da un giovane coetaneo.

“Mi aiuti, la prego, mia moglie sta male”. E’ stata questa la richiesta di aiuto rivelatasi un pretesto subdolo per costringere la donna a fermare la propria auto. La ragazza stava tornando dalla sua festa di compleanno in auto, dopo aver lasciato gli amici. Oltre alle violenze la donna ha subito ripetutamente anche le minacce di morte dal suo aguzzino: “So tutto di te: se parli ammazzo te e la tua famiglia“.

Il fatto è avvenuto il 2 settembre, ma la notizia è diventata nota oggi dopo la convalida del fermo e l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Ragusa. La ragazza, mentre rientrava a casa, ha visto per strada un uomo che chiedeva aiuto. Lui si è avvicinato e le ha detto che la moglie si era sentita male e che aveva bisogno di chiamare i soccorsi. In realtà l’uomo con la moglie – come ha ricostruito più tardi la polizia – aveva litigato. E infatti, appena fermata la sua vittima, ha svelato subito le sue intenzioni minacciando di ucciderla con una grossa pietra. L’ha fatta spostare e si è messo alla guida dell’auto. Nei pressi del cimitero le ha strappato la borsa, ed una volta tolti 250 euro ed il documento di identità ha letto ad alta voce le generalità della donna, minacciando di morte lei e la sua famiglia. Subito dopo ha abusato di lei in auto. Poi l’ha portata su una spiaggia dove ha cominciato a lamentarsi a lungo della moglie, raccontando della lite di poco prima.

Dopo l’ha riportata nuovamente vicino al cimitero e ha abusato nuovamente di lei. Infine si è fatto lasciare vicino casa, ma prima di scendere dall’auto è tornato a minacciare la donna di morte.

La giovane, in evidente stato di shock, ha provato a chiamare gli amici ma avevano il telefono spento (era quasi l’alba). Sono stati i familiari a soccorrerla. Ai poliziotti ha raccontato tutto nel dettaglio. La polizia ha impiegato 12 ore per identificare e fermare il 26enne, riconosciuto dalla vittima in foto e immagini di telecamere di videosorveglianza. Nel 2018 il giovane era già stato condannato per gli stessi tre reati: violenza sessuale, sequestro di persona, rapina. Durante l’interrogatorio non ha parlato. Sull’auto sono stati sequestrati elementi biologici utili per l’esame del dna. 

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