Ospedali e supermercati, prima linea nell’emergenza: Cgil, “assicurare dispositivi sicurezza”

 
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Gela. I lavoratori dei supermercati ma anche quelli della raccolta rifiuti e gli operatori sanitari. Nell’emergenza conclamata sono la prima linea dei servizi ai cittadini e il sindacato vuole la massima tutela. Lo spiegano gli esponenti nazionali e territoriali della Cgil. “Gli addetti del commercio e i lavoratori dei servizi in appalto e del turismo continuano a prestare il loro servizio spesso, come è evidente dall’azione di denuncia del sindacato e degli stessi lavoratori, lamentando il mancato rispetto delle norme di sicurezza, delle previsioni sulle distanze, dei dispositivi di protezione, del divieto di assembramento – dice il segretario generale della Filcams Cgil Maria Grazia Gabrielli – denunce e scene che hanno fatto il giro di televisioni e social e che dimostrano la vulnerabilità di questi luoghi di lavoro, ma il governo non solo non è intervenuto, ma nell’inasprire le restrizioni a tutto il paese non ne ha tenuto conto. Se gli addetti di questi settori devono essere in prima linea, come lo sono dal 23 febbraio, la loro tutela è una precondizione fondamentale e va rispettata e praticata con altrettanto straordinarietà. In assenza di correttivi che contemperino servizi di utilità, servizi essenziali e sicurezza, l’alternativa è il fermo e la chiusura per tutelare le lavoratrici e i lavoratori”. Se c’è chi lavora senza sosta, altri settori sono particolarmente colpiti dal fermo obbligato e la sindacalista punta agli ammortizzatori sociali. “Abbiamo condiviso le dichiarazioni di esponenti del governo che hanno detto che in questa crisi nessuno perderà il lavoro – prosegue – per questo auspichiamo un intervento sugli ammortizzatori in cui nessuno venga lasciato indietro a partire dalle figure più fragili del mercato del lavoro spesso invisibili, come i lavoratori stagionali, i contratti a termine, i portieri degli stabili, le colf e le badanti, gli addetti degli studi professionali”.

Sul territorio, gli operatori sanitari continuano a lavorare nella massima emergenza e ancora di più c’è la necessità di garantirne il pieno rispetto della salute. “La notizia del primo decesso per Covid 19 avvenuto all’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta ci obbliga a esprimere grande preoccupazione, a salvaguardia dei lavoratori che sono impegnati nello svolgimento delle attività di soccorso, di socio assistenza, di raccolta e smaltimento dei rifiuti, di pulizia, di vigilanza delle strade, ossia tutti coloro che in questi giorni di emergenza sanitaria non possono restare nelle loro case e aspettare che tutto torni alla normalità – dicono i sindacalisti Cgil Ignazio Giudice e Rosanna Moncada – ma che sono tenuti a svolgere il proprio lavoro a sostegno di tutta la collettività. Ringraziarli per quello che hanno fatto e che continuano a fare quotidianamente è veramente poco, le parole non bastano più abbiamo bisogno di concrete certezze che possano dare a tutti quella serenità che meritano”. Serve la garanzia dei dispositivi di tutela, lo ribadiscono il segretario confederale e quello del settore della funzione pubblica. “Siamo sicuri che tutti loro stiano lavorando in massima sicurezza – aggiungono – ma non possiamo astenerci dal chiedere la garanzia che siano stati assicurati adeguati dispositivi di protezione individuale e ogni precauzione affinché ognuno di loro intraprenda quei percorsi sicuri ed idonei per lavorare bene e fornire un adeguato servizio. Vogliamo che anche i lavoratori del terzo settore e dell’igiene ambientale al pari di tutti gli altri siano messi nella condizione di poter contare sulla distribuzione dei dispositivi adeguati”.

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