“Pace” arcobaleno ancora lontana, monta dissenso interno: Trainito, “scelte scellerate”

 
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Gela. C’era da attenderselo e così è stato. Il sindaco Lucio Greco e la sua maggioranza, ora allargata all’Udc, se dovessero andare avanti (a numeri invariati), lo faranno probabilmente più per dovere elettorale che per vera e propria convinzione politica. Ci sono crepe interne e in aula si sono viste tutte. I tre assessori scelti dal sindaco, che ha rafforzato la sua area politica e detto sì all’ingresso dell’Udc (fino a poche settimane fa forza di opposizione), sono passi che hanno destabilizzato il già fragile equilibrio degli “arcobaleno”. Il dibattito in aula è stato serrato, anche se l’avvocato ha dimostrato sicurezza nello spiegare che la sua maggioranza “tiene e tiene bene”. Il dissenso interno sembra però molto forte. Sono stati dem, forzisti e civici di “Una Buona Idea” a pretendere che Greco spiegasse in aula. Ha fatto un mezzo passo indietro dopo l’intervento della scorsa settimana, che nella stessa aula di questa sera l’ha portato prima a bacchettare quelli tra i suoi “che fanno anche opposizione” e ad annunciare i nomi dei tre nuovi assessori, senza avvisare praticamente nessuno. Ha “firmato” un appello a superare la conflittualità. “Non serve l’imbarbarimento della politica”, ha precisato. Lo scontro verbale è aperto con gli esponenti di opposizione. Leghisti e consiglieri di “Avanti Gela” sono i duri e puri, che adesso hanno deciso di rivolgersi al Cga per contestare la decisione del Tar Palermo, che ha respinto il ricorso sull’eventuale annullamento dell’esito elettorale. Dai banchi dei salviniani, hanno sostenuto che l’avvocato non sia “all’altezza di fare il sindaco”. Salvatore Scerra si è spinto oltre nel duello politico di sempre con Greco. “La politica è stata distrutta – ha detto rivolgendosi al sindaco – mi sarei aspettato scuse vere. Vorrei capire cosa faranno Pd, Forza Italia e Un’Altra Gela. Ritireranno i loro assessori? Ormai chi ha sfiduciato l’ex giunta Messinese si trova in maggioranza con un assessore di quella stessa amministrazione”. Il capogruppo di “Avanti Gela” ha citato la nomina di Giuseppe Licata, ex assessore dell’ultima giunta Messinese. Per Pellegrino, invece, l’unica richiesta che in questi mesi è arrivata dal sindaco ha riguardato solo la necessità di avere il numero legale in aula, quando si è trattato di votare la proroga del contratto di servizio della Ghelas. Lo scontro è stato aspro, toccando aspetti personali e anche fuori dall’aula i due “Avanti Gela” non hanno lesinato critiche. La contesa è aperta da tempo. Più possibilista è sembrata Sandra Bennici di Fratelli d’Italia, che quasi sfatando i pronostici politici, si è detta pronta a collaborare “non per andare a sostenere la maggioranza ma per assicurare risultati alla città”. Il consigliere ha ribadito la necessità di abbassare i toni e di arrivare a fatti concreti. L’opposizione non ha dovuto far altro che prendere al volo l’occasione politica, fornitagli dagli “arcobaleno”. Tra i pro-Greco c’è sempre più maretta. I dem, con i consiglieri Alessandra Ascia e Gaetano Orlando hanno aperto le danze della discussione sulla situazione politica. L’ex presidente del consiglio comunale ha invitato Greco a non basarsi solo su “logiche matematiche o di numeri” nella definizione delle scelte interne alla maggioranza. Per Orlando, l’ingresso dell’Udc tra le fila amiche, dopo appena otto mesi, segna una tappa pericolosa. “Il progetto sta per fallire”, è intervenuto rivolgendosi al primo cittadino. I centristi e il loro repentino ingresso in maggioranza non hanno mietuto consensi tra quelli che adesso sono alleati. Il forzista Luigi Di Dio, dopo aver bollato l’intervento del sindaco della scorsa settimana come “saccente e tracotante”, ha detto chiaramente di non aver condiviso l’ingresso in maggioranza di una forza politica (l’Udc) che ha “massacrato il sindaco in campagna elettorale”. Salvatore Incardona, tra quelli diventanti decisivi nella trattativa per l’approdo dell’Udc fra i pro-Greco, ha subito capito che l’aria si faceva pesante. Ha parlato di una richiesta “illegittima” (quella per il dibattito in aula sulla situazione politica), spiegando che non intende accettare un clima politico da “separati in casa”, all’interno della stessa maggioranza. “Sfido chiunque a provare che ho massacrato Greco in campagna elettorale”, ha replicato. La presenza centrista nell’arcobaleno di Greco, ora con un assessore, ha chiaramente aizzato gli animi politici tra i banchi degli alleati.

“Un’Altra Gela”, da questo punto di vista, sembra viaggiare su binari divergenti. Il presidente della commissione sanità Rosario Trainito è stato tranciante. “Non accetto lezioni politiche da chi ci ha attaccato durante la campagna elettorale e ha continuato a farlo sulla vicenda dei trentatré milioni di euro del Patto per il Sud – ha tuonato riferendosi all’Udc – la scelta del sindaco di far entrare in maggioranza chi ci ha continuato ad attaccare è stata scellerata. Così, non andiamo avanti ma solo indietro”. Se Trainito ha apertamente contestato la strategia di Greco, dagli stessi banchi è invece arrivata una strenua difesa, con il capogruppo di “Un’Altra Gela” Giuseppe Morselli. “Mi sembra una seduta paradossale – ha detto – ci attaccano sulle poltrone, ma vorrei ricordare che anche questa è la politica. Sedersi su una poltrona non significa agire per un interesse. Ci sono tante caselle che vanno necessariamente occupate. Mi fanno paura quelli che si scandalizzano solo per speculare”. Probabilmente, dopo l’addio dell’avvocato Pierpaolo Grisanti, ora passato a “Libera-Mente”, in casa “Un’Altra Gela” (lista di riferimento del sindaco) bisognerà mettere le cose in chiaro, dato che le posizioni espresse da Trainito e Morselli sono decisamente agli antipodi. I civici di “Una Buona Idea”, con il consigliere Rosario Faraci, si sono rivolti sia al presidente dell’assise civica Salvatore Sammito sia al sindaco. Proprio sulle “poltrone” ambite dal gruppo di maggioranza si sono soffermati il leghista Emanuele Alabiso e l’indipendente Paola Giudice. Di parole grosse, a quanto pare, ne sarebbero volate anche al termine dei lavori e fuori dall’aula. In aula, è passato il regolamento per l’adozione di aree verdi, parchi gioco e fontane pubbliche, proposto dall’assessore dem Grazia Robilatte. Il numero legale è caduto durante la discussione sulla ricognizione delle partecipate, con l’amministrazione orientata a rinunciare al Gruppo di azione costiera, proposta non condivisa dal gruppo di “Libera-Mente”. In aula, si tornerà domani sera, in attesa di capire che forma avrà (da qui a breve) l’”arcobaleno” del sindaco.

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