Paga 100 euro solo per annusarla, ma poi non gli basta: 50enne assolto

 
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MIRANO – Non c’è prova della violenza sessuale. O meglio del fatto che l’imputato sia andato oltre la prestazione concordata con la donna che l’ha denunciato.  Si è concluso con un’assoluzione, ai sensi dell’articolo 530 scondo comma, ovvero per prova insufficiente o contraddittoria, il processo a carico di cinquantenne milanese, residente a Mestre, finito sotto accusa per un episodio avvenuto nella primavera del 2011, in una stanza d’albergo di Mirano. 

A sporgere querela era stata una quarantenne, che si è costituita parte civile al processo con l’avvocatessa Stefania Pattarello, con l’obiettivo di ottenere il risarcimento dai danni patiti.La donna raccontò agli inquirenti che, per mantenersi, si occupava di telefonate erotiche e spiegò che, nel corso di una di queste conversazioni, accettò di incontrare un uomo, il quale era interessato ad un rapporto feticista in quanto attratto “solo” dagli odori.

La donna accettò, concordando un compenso di 100 euro, ma precisò di non essere disposta a rapporti fisici. Nella denuncia la donna riferì che, successivamente, l’accordo fu violato e che l’uomo tentò di avere un rapporto sessuale completo, dopo averla spogliata e toccata. Soltanto una telefonata alla reception dell’albergo riuscì a farlo desistere.

Nel corso del processo il difensore dell’imputato, l’avvocatessa Carmela Parziale, ha cercato di dimostrare che l’uomo non era andato oltre quanto concordato con la donna, e che dunque non si poteva configurare alcuna violenza sessuale a suo carico. E il giudice, di fronte ad un quadro probatorio non adeguato a supportare l’accusa, ha pronunciato sentenza di assoluzione.

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