Pagavano ma per polizze scoperte, clienti raggirati: caso broker in Cassazione

 
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Gela. Decine di clienti vennero raggirati, pagando ma senza ottenere la copertura assicurativa. La referente dell’agenzia locale finita al centro del caso era la broker Rosy Cocchiara. Sia in primo che in secondo grado, è stata condannata. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, lo scorso febbraio, le hanno ridotto la pena, da un anno di reclusione a otto mesi. Il legale della donna, però, ha comunque deciso di rivolgersi ai giudici della Corte di Cassazione. Nel corso dell’indagine, emersero polizze non coperte per almeno trentamila euro. Diversi clienti incorsero nei controlli delle forze dell’ordine. Credevano che dopo il pagamento, regolarmente effettuato, avessero ottenuto la copertura. Così, invece, non fu. La difesa, sostenuta dall’avvocato Gianluca Vichi, ha messo in discussione, già nel dibattimento di primo grado, che i clienti abbiano subito danni. Secondo questa ricostruzione, sarebbe stata solo la compagnia assicurativa a risentire degli ammanchi.

Inoltre, in appello, ha fatto leva sulla prescrizione di alcune delle contestazioni mosse all’imputata. Dopo la riduzione della condanna, saranno i giudici di Cassazione a valutare nuovamente il verdetto. Nonostante la riduzione dell’entità della pena, anche i giudici nisseni d’appello hanno comunque riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni in favore dei clienti raggirati, costituiti parti civili. Sono rappresentati dagli avvocati Carmelo Tuccio, Giovanni Cannizzaro, Giovanna Cassarà, Giuseppe Cascino, Maria Elena Ventura, Rosario Giordano, Riccardo Balsamo, Concetta Di Stefano, Ivan Bellanti e Giuseppe Ferrara.

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