Panvini contro scioglimento contratto, comitato: “Provi lei a bere l’acqua dei nostri rubinetti”

 
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Samonà ha nominato anche Panvini

Gela. La “reprimenda”, più politica che da semplice burocrate, resa pubblica dal commissario dell’Ato Cl6 Rosalba Panvini, non è passata inosservata. Evidente il suo affondo contro il sindaco Lucio Greco, che insieme ad altri tre componenti della commissione tecnica ha votato per lo scioglimento del contratto che lega i Comuni dell’ambito all’azienda italo-spagnola. Schieratasi apertamente con l’attuale gestione, Panvini ha parlato di atteggiamenti “fuorvianti e oltremodo scorretti di alcuni componenti della commissione che alimentano, nel delicato contesto territoriale un’atmosfera di confusione, facendo riferimenti a scenari futuri che, allo stato dei fatti, non trovano nessun riscontro negli atti del procedimento in corso”. Un’uscita che fa scattare la reazione del comitato spontaneo “Fuori Caltaqua”, in questo periodo impegnato ad individuare soluzioni di legge per dire addio alla gestione privata. “Gentile Signora, sul gentile siamo azzardati perché ripercorrendo la storia degli ultimi vent’anni lei non è stata molto gentile con il territorio di Gela. Abbiamo letto con rammarico i contenuti della sua nota in qualità di Commissario straordinario liquidatore dell’Ato Cl6, in cui redarguisce il sindaco di Gela pur senza pronunciarne il nome per aver rilasciato dichiarazione troppo avanguardistiche sulla possibile risoluzione del contratto trentennale con Caltaqua. Lei ha avuto anche l’accortezza di sottolineare che “non sussistono le accertate inadempienze per proporre la risoluzione” – dicono dal comitato – considerato che lei si è occupata fino ad ora di storia e archeologia, probabilmente non ha le competenze giuridiche per trovare le possibili inadempienze”. Quelli del comitato parlano di quasi diecimila adesioni, gran parte social, tutte destinate a portare a termine la missione, ovvero l’addio alla gestione dell’azienda italo-spagnola. Nello specifico, le inadempienze vengono elencate dagli esponenti di “Fuori Caltaqua”. “Il contratto con il gestore idrico recita che la società è tenuta a fornire acqua potabile 24 ore su 24, tanto più in quanto a sei anni dalla firma del contratto, avrebbe dovuto completare il progetto di rifacimento della rete idrica – continuano – sono passati tredici anni dal quel nefasto 2006 e il gestore non ha né completato la rete idrica bucherellata da tempo immemorabile né fornisce acqua h 24. Se non è inadempienza questa, ci spieghi il significato della parola “inadempienza” lei che ha il titolo di dottoressa. Sempre nel contratto è prevista l’erogazione di acqua potabile, basta guardare le foto o i video del nostro gruppo per capire che tipo di acqua viene erogata, marrone, giallastra, densa di scorie, praticamente fango. Certo sappiamo che alla fonte è meno torbida, ma di fatto i gelesi ricevono questo liquido indefinibile, ma sicuramente non potabile. Nè bevibile tantomeno. Ci provi lei a bere l’acqua dal rubinetto e costaterà di persona se è bevibile, magari dopo qualche giorno di degenza in ospedale al reparto di gastroenterologia oppure provi a fare una doccia da noi l’allergologo sarebbe felicissimo. Certo non è facile offrirle una doccia viste le poche gocce che escono dai nostri rubinetti, metteremo insieme quattro secchi e ce la faremo”.

Il commissario Panvini, in attesa che la Regione si pronunci, si è chiaramente schierata, pro-Caltaqua. Il comitato risponde per le righe ad una funzionaria, da anni presente nelle istituzioni locali. “Conosciamo la sua storia, da soprintendente di Caltanissetta è riuscita a mettere nel sacco assessori e dirigenti per trasferire i reperti che in ogni occasione emergono dal sottosuolo gelese, inviandoli a Caltanissetta, dove devono essere “studiati”. Bello studio, nel frattempo il nostro patrimonio viene depauperato. Lasciate le sue competenze archeologiche avallate dalla politica, il posto di lavoro deve essere assicurato sempre e quindi si passa alla miniera acqua e quindi approda all’Ato Cl6 in liquidazione che però non viene liquidato mai- dicono ancora – commissario straordinario e liquidatore dell’Ato idrico, presidente della commissione tecnica e non ultimo commissario della Provincia regionale di Caltanissetta e chi più ne ha più ne metta. Non vogliamo mettere le mani nelle sue tasche, ma le indennità forse superano quelle delle più alte cariche dello Stato. E’ normale che lei pronunci queste sentenze per mettere le sue mani nelle nostre tasche”. Lo scontro sul futuro del servizio idrico, una “gallina dalle uova d’oro”, è sempre più duro e la politica, ormai, deve dare un chiaro messaggio, mentre il comitato cercherà di arrivare alla stoccata finale, in attesa di una vera e propria presa di coscienza collettiva.

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