Paola Tranchina, una vita per la danza…”Fra Scarpette e Sogni”

 
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La danza è tutta la mia vita. È la mia condanna, forse, ma anche la mia felicità. Se mi chiedessero quando smetterò di danzare, risponderei “quando finirò di vivere“. Parole di RUDOLF NUREYEV, forse il più grande ballerino di sempre.

Si può amare la danza fino ad imprimersi sulla pelle il proprio sogno? Chiedete a Paola Tranchina, una vita per la danza ed un tattoo sulle spalle che spiega tutto. “La danza è il centro della mia vita e la passione verso cui tendono tutte le mie emozioni”. Emozioni sono quelle che suscita vedere nelle proprie allieve la realizzazione di quei sogni da bambina. Sono farfalle che spiegano le proprie ali in una crescita continua, fino a diventare adulte, danzatrici leggiadre ed eleganti.

La scuola di danza Fra’ Scarpette e sogni spegne sette candeline e continua ad evolversi. Quest’anno tante altre novità. Intanto la presenza di Kledy Kadiu, che il 24 ottobre svolgerà uno stage proprio nella sede di via Cicerone. Non solo Kledy, che ha già avuto la possibilità di visionare le ragazze a Roma nella scorsa primavera ma vedremo in città Antonio Caggianelli, ballerino della Royal Opera House, diplomato all’Ida Ballet Academy registra tra l’altro di un musical inedito Dreaming Broadway, e poi ancora la bravissima e talentuosa Silvia Accardo, del teatro La Scala di Milano ed infine Giulia Borbone, ballerina professionista, considerata una delle più brave danzatrici italiane, attualmente in tournée con Notre Dame de Paris in Francia.

Ballerini di grande prestigio che non potranno fare altro che elevare ancor di più il livello della scuola Fra Scarpette e Sogni e consentire alle allieve di misurarsi in palcoscenici importanti.

Ed i risultati arrivano. Lo scorso marzo un gruppo di ragazze ha vinto una borsa di studio dopo la stage alla Kledy Dance con Ilir Shaquiri e Veronica Venturini con Andrè De La Roche.

E se qualcuno pensa che il successo nella danza come nella vita sia causale sbaglia di grosso. Paola ha iniziato a danzare all’età di 5 anni. I suoi partner… erano bambolotti e peluche. Non c’era un attimo di pausa. Tra un compito e l’altro ogni scusa era buona per danzare, ovunque ed in qualsiasi momento.

Dopo dieci anni di danza le prime borse di studio ed il grande salto con l’accesso all’istituto Ials Roma. Poi il corso di specializzazione per ballerini professionisti all’Ida Ballett Academy di Ravenna di cui è direttore Steve La Chance che la nota subito. Si forma come insegnante di danza classica, jazz e contemporanea, con partecipazioni anche a corsi di aggiornamento al Teatro alla Scala di Milano ed al Dutch National Ballett Academy di Amsterdam con Christiane Marcant (primo maitre dell’Opera di Anversa) e Olivier Weexstenn dell’Opera di Lione.

“I miei genitori sono stati fantastici con me – racconta – hanno fatto sacrifici enormi per consentirmi di inseguire i miei sogni e non smetterò mai di ringraziarli”.  E sì, perché Paola per due anni ogni venerdì prendeva l’autobus dalla stazione di Gela per raggiungere Roma. Due giorni di full immersion e poi di nuovo sul bus per essere in città alle 7 del mattino. Una doccia ed a scuola. I compiti? Svolti sul pullman, durante le pesanti dieci ore di viaggio. Per la danza questi e altri sacrifici.

Perché come diceva la scrittrice ebraica Vicki Baum  “Ci sono delle scorciatoie per la felicità. E danzare è una di esse.” 

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